PALERMO – I conti in rosso e nuove linee del tram in cantiere: è la doppia vita di Amat, azienda dei trasporti pubblici comunali di Palermo con un un buco da dieci milioni di euro nei conti. Una voragine di cui grossa parte di responsabilità è proprio il tram del capoluogo che non riesce ad autosostenersi economicamente. Ciò nonostante il Comune vorrebbe affidare alla stessa azienda la gestione di quattro nuove linee tramviarie, i cui progetti verranno scelti e presentati fra poche settimane. E sull’apertura delle nuove strade ferrate insorge l’opposizione: “Esiste un piano diverso dal chiedere soldi alla Regione e al Comune?”.
Che i conti di Amat soffrissero di gravi mancanze è stato chiaro la settimana scorsa, quando la commissione Bilancio del comune ha bocciato il piano industriale presentato dell’azienda. In quel piano Amat scriveva di vantare crediti da parte del Comune e della Regione per un totale di più di 60 milioni di euro, fondi che erano stati iscritti a bilancio e su cui dunque via Roccazzo aveva fatto le sue previsioni di spesa, erogando servizi e pagando fornitori. A questo si sommano i mancati introiti per la Zona a traffico limitato: secondo il piano del 2015, l’istituzione di due Ztl avrebbe dovuto portare alle casse dell’azienda un flusso da 30 milioni di euro all’anno, ma i vari ricorsi al Tar e la restrizione al solo centro della Zona a traffico limitato ha limato, e parecchio, le entrate per Amat, portandole a 5 milioni di euro.
Entrate che potrebbero essere ancora più penalizzate dalla finanziaria regionale al momento in discussione all’Ars. I tagli previsti per il trasporto pubblico locale sono del 26 per cento per il biennio 2019 -2020 e del 15 per cento per l’anno in corso, in cui Amat ha già erogato servizi contabilizzando i versamenti regionali. Una sforbiciata che ha fatto preoccupare Asstra Sicilia, associazione del trasporto pubblico della cui giunta nazionale è componente anche il presidente di Amat Antonio Gristina: “Il taglio sullo stanziamento al trasporto pubblico locale – si legge in una nota dell’associazione – assesta un duro colpo al settore, dato che porta la previsione di spesa per il triennio 2018-2020 a soli 115 milioni di Euro. Senza l’adeguata copertura finanziaria, nessuna seria pianificazione sui servizi da rendere all’utenza potrà più essere presa. Il taglio – prosegue il comunicato – oltre ad essere illegittimo prefigura una grave turbativa alla regolarità dei servizi pubblici che si assumerà sia chi confermerà tale previsione di spesa sia chi ne dovesse ordinare l’applicazione. È ovvio anche che le aziende che non potranno assorbire il taglio nel proprio bilancio saranno costrette ad avviare le procedure di mobilità del personale in esubero”.
È in questo clima che a maggio verrà annunciato il vincitore del concorso per quattro nuove linee del tram a Palermo. La gara, indetta a luglio dell’anno scorso con fondi del Patto per il sud, ha raccolto idee e progetti per il collegamento con strade ferrate del centro con le periferie, e il vincitore riceverà il contratto di progettazione esecutiva delle linee e la direzione dei lavori. Ma è proprio sulla fattibilità delle nuove linee che l’opposizione insorge: “Prevedere la realizzazione di altre quattro linee del tram è del tutto fuori controllo – dice Fabrizio Ferrandelli, leader dei Coraggiosi – dal punto di vista non solo della visione e dei progetti, ma proprio dei numeri, la questione che poniamo è: ci possiamo permettere queste nuove opere, con un’azienda come Amat che perde 10 milioni di euro secondo quanto dichiarato dal suo stesso presidente e che per i suoi problemi di liquidità ogni mese ha intoppi nel pagamento degli stipendi?”
Chiede un maggiore impegno nella progettazione invece Sabrina Figuccia, Udc, secondo cui “è arrivato il momento di uscire dalla logica della rivendicazione di risorse economiche a soggetti terzi come la Regione o lo stesso Comune che, per quanto dovute, non possono rappresentare l’unico introito di questa società”. Figuccia, che ha effettuato un’ispezione nella sede dell’Amat di via Roccazzo, sottolinea in una nota le “anomalie di una azienda che pur presentandosi come una Spa sembrerebbe però non avere una precisa progettualità, come è emerso ad esempio dalla sintomatica bocciatura del piano industriale. Per questo ho chiesto di sapere esattamente quanti autisti ogni giorno escono per le strade della nostra città alla guida di un autobus e quanti dipendenti rientrano nella categoria dei cosiddetti fuori mansione, così come ho richiesto tutta la documentazione relativa all’inquadramento di tutto il personale, con rispettivi ruoli ed aree presso le quali sono effettivamente impegnati e ancora che fine abbia fatto la selezione per autisti indetta pochi mesi fa e quanti e quali siano costi legati alle prestazioni di lavoro interinale”. E sempre a proposito della selezione degli autisti interviene Marcello Susinno, consigliere di Sinistra Comune: “Niente da fare per quei lavoratori delle società partecipate che aspiravano a diventare autisti dell’Amat – dice Susinno – era una misura per contenere i costi”. Susinno fa riferimento a un bando del dicembre del 2017 per trasferire 20 lavoratori di società partecipate nell’organico di Amat, fermato da un decreto del ministero del Lavoro. “Peccato – dice Susinno – perché si trattava di figure necessarie al fabbisogno dell’Azienda costretta ormai, tra pensionamenti e inabilità varie, a ricorrere sistematicamente a contratti interinali per sopperire alle vacanze d’organico”.