CATANIA. E’ stato fissato per domani l’interrogatorio di garanzia dinanzi al gip Marina Rizza. Toccherà al magistrato convalidare l’arresto di Antonino Cosentino in stato di fermo con l’accusa di omicidio aggravato e detenzione di arma da sparo nell’ambito dell’assassinio del 51enne Francesco Ilardi.
Non si trova ancora la pistola, si tratterebbe una calibro 38 con cui Cosentino ha sparato lunedì sera ad Aci Sant’Antonio nonostante l’uomo abbia confessato di avere premuto il grilletto, e indicato il luogo nel quale si è disfatto dell’arma.
La questione economica
Il movente, come già raccontato in altre circostanze, sarebbe da ricondurre a circostanze di natura economica. Nello specifico, vi sarebbe un assegno di 12 mila euro non “onorato” e una concorrenza “sleale” finalizzata a sottrarre i migliori clienti, acquirenti di grosse partite di polli: tutte questioni che vanno verificate e che, in ogni caso, non giustificano in alcuna maniera l’azione cruenta di Cosentino.
Ilardi dallo scorso mese di novembre aveva deciso di percorrere la strada opposta a quella del suo socio Costantino, sospendendo la società che avevano costituito assieme.
“Non volevo uccidere”
Dopo una notte trascorse in carcere Cosentino, sentito ieri dal pm Francesco Rio che conduce l’inchiesta assieme al procuratore aggiunto Fabio Scavone, adesso sostiene che la sua intenzione non era quella di uccidere il rivale del padre, titolare dell’azienda avicola, ma solo quello di spaventare Ilardi, indurlo a pagare i debiti e a non effettuare la “sleale concorrenza”.
Una tesi che non convince i carabinieri che hanno ricostruito grazie alle telecamere a circuito chiuso presenti sul luogo del delitto, e i magistrati titolari dell’indagine.