In quel "fratelli e sorelle" | la cifra del papato di Francesco - Live Sicilia

In quel “fratelli e sorelle” | la cifra del papato di Francesco

Le parole del Papa rivolte ai mafiosi. E il parallelo con il monito di Wojtyla ad Agrigento.

Quel “fratelli e sorelle” nel testo che la Sala stampa vaticana ha diffuso ai giornalisti non c’era. È una delle piccole varianti dell’omelia improvvisate a braccio da Papa Francesco oggi al Foro Italico. Ma quelle parole pronunciate dal Papa argentino resteranno probabilmente nel ricordo e nella storia, come una sorta di eco dolce del monito duro e autorevole di Giovanni Paolo II ad Agrigento. Anche allora, era il 9 maggio 1993, il Pontefice parve aggiungere qualcosa a braccio. Quel “Lo dico ai responsabili: Convertitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio!”, gridato con voce ferma e col dito alzato al cielo, è rimasto un ricordo indelebile. Wojtyla, col suo carisma e la sua forza, redarguì i mafiosi. Francesco, con la sua mitezza e il suo stile misericordiosa, si muove su quel solco nei contenuti della sua omelia ribadendo ancora una volta che “non si può credere in Dio ed essere mafiosi”. Ma quando chiede la conversione e quando direttamente si rivolge ai mafiosi, Bergoglio li chiama “fratelli e sorelle” e li esorta a cambiare. Pregando quindi per la loro salvezza, “altrimenti, la vostra stessa vita andrà persa e sarà la peggiore delle sconfitte”. È il vangelo dell’amore, quello che ispirò il sorriso di Padre Puglisi, che Francesco contrappone al codice di odio di Cosa Nostra: “La parola odio va cancellata dalla vita cristiana”, dice il Pontefice. “Oggi abbiamo bisogno di uomini di amore, non di uomini d’onore”, ammonisce Bergoglio, indicando nel “dio-denaro” e nei “piccioli”, li chiama così, in siciliano, l’idolo che avvelena il cuore dei mafiosi. E allora la via è quelal tracciata da padre Puglisi. Dal suo vivere lontano dalle luci della ribalta, anche della ribalta dell’antimafia (“non viveva di appelli antimafia”, ha detto del sacerdote martire Papa Francesco), dal suo “dare la vita” fino allo “scandalo del martirio”. È “il segreto di una vita bella. Oggi scegliamo anche noi una vita bella”, propone Francesco dalla Sicilia.


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