Ingroia, commissario in freezer | A giorni sarà a Sicilia e-Servizi - Live Sicilia

Ingroia, commissario in freezer | A giorni sarà a Sicilia e-Servizi

Annunciato come il nuovo liquidatore della società dell'informatica, l'ex pm non si è ancora insediato: "Gli organi societari fanno ostruzionismo". La replica: "Siamo una spa, nessuno, a parte i soci, può nominare un commissario".

PALERMO – “Quando si fa il mio nome, chissà perché, spuntano sempre tante resistenze”. Antonio Ingroia attende. Il presidente Crocetta, quasi due mesi fa lo aveva indicato come il nuovo commissario liquidatore di Sicilia e-Servizi, la società partecipata che si occupa di informatica per la Regione.

“In quella società – aveva tuonato Crocetta il 16 luglio scorso – ci sono molte cose che non vanno. Per questo, abbiamo scelto come commissario liquidatore Antonio Ingroia”. Ma ancora l’ex pm non si è insediato. E i motivi starebbero proprio in quelle “resistenze” messe in atto, in questo caso, secondo Ingroia, dagli attuali vertici della Società: “Non convocano l’assemblea dei soci per rendere ufficiale la nomina”. Ma l’attuale presidente di Sise respinge al mittente i sospetti: “Non c’è nessuna nomina da ufficializzare, per il semplice fatto che non esiste alcuna nomina”.

Già. Perché la scelta di Crocetta, al momento, può essere considerata una “concreta intenzione” del governo. Governo che non può, però, nominare un commissario per una società come Sicilia e-Servizi. Società di diritto privato e della quale la Regione detiene il 51% delle quote. “Dobbiamo ancora convocare – spiega Antonio Vitale – l’assemblea dei soci. In quella sede si deciderà, o meno, di porre in liquidazione la società. Solo a quel punto potrà essere proposto il nome di un liquidatore, che verrà posto ai voti”. Passaggi obbligati, ma che porteranno a un risultato quasi scontato. Il socio di maggioranza, come detto, è la Regione. Che ha già deciso: società in liquidazione e Ingroia come commissario.

Ma l’ex pm non sta gradendo queste settimane che lui stesso definisce “di stallo”. “Da quasi tre mesi, ormai – racconta – non succede nulla. È tutto fermo a causa dell’inspiegabile resistenza degli organi societari. Un fatto gravissimo, considerati i problemi sul tappeto e tutte le anomalie che abbiamo denunciato, insieme al presidente Crocetta. Con concreti rischi che si possa andare incontro a rischi di natura contabile”. Ingroia in passato era già stato scelto da Crocetta per guidare la Serit. Una nomina che non andò in porto. E che ricordò un po’ la vicenda di un altro simbolo della lotta alla mafia, come Tano Grasso, indicato come la nuova guida del “Dipartimento tecnico”, salvo poi rinunciare. “Una vicenda simile a quella di Grasso? – commenta oggi Ingroia – che vuole che le dica. Non credo, ma attendo”.

Che le resistenze, cedano. “Ma quali rischi, e quali resistenze – ribatte Vitale – io, in qualità di presidente, sto rispettando i termini fissati dal Codice civile che mi dà 30 giorni di tempo per convocare l’assemblea dal giorno in cui la Regione me lo chiede ufficialmente”. E la Regione lo avrebbe chiesto proprio 30 giorni fa, o giù di lì. “La richiesta mi è giunta – racconta Vitale – il 6 agosto scorso. E io, ben prima della scadenza dei tre giorni ho convocato gli organi societari. Prima incontreremo i privati il 12 o il 13 settembre, quindi l’asemblea dei soci è fissata per il 24 settembre. In quella sede, se l’intenzione del socio di maggioranza (la Regione, ndr) sarà quella, allora l’ente potrà essere messo in liquidazione. E quindi proposto il nome di un commissario”.

Ma anche sul nome, non sono mancate le polemiche. Secondo il Codacons, ad esempio, essendo Sicilia e-Servizi una società per azioni, l’unica figura straordinaria che il Codice Civile prevede è quella dell’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale. E critiche alla decisione di liquidare la società giungono anche dalla politica: “Vorremmo sapere – hanno dichiarato i deputati di Pid-Grande Sud Cordaro, Lantieri, Grasso e Clemente – se sono stati adottati o meno provvedimenti diretti alla salvaguardia dei diritti occupazionali maturati dai dipendenti di Sicilia e- Servizi Venture scarl. Il governo regionale, inoltre, – chiedono – intende o meno porre in essere azioni dirette alla tutela dell’Amministrazione regionale dal danno erariale derivato dal mancato trasferimento del cosiddetto know how, come previsto dal bando di gara?”. Ma a proposito dei privati, anche da loro non sono mancate le polemiche sull’ipotesi-commissariamento: “E’ inqualificabile – ha dichiarato Giuseppe Bosco, amministratore delegato di E-Servizi Venture, partner col 49% di Sise – leggere sulla stampa di ipotesi di commissariamento/liquidazione di una società di diritto privato senza che tali risoluzioni siano state prima approfondite tra i soci”. Come detto, i privati approfondiranno con i vertici societari la questione a metà settembre. Ma certamente non hanno gradito “le dichiarazioni lette sulla stampa ed attribuite ai vertici della Regione relative a gravissime ipotesi di reato”.

“Alla Sicilia e-servizi – aveva denunciato il presidente Crocetta – lavorava la figlia di Stefano Bontade, mentre il genero lavora alla Venture. Società molto strana quest’ultima. Fa parte del cartello di Sicilia e-Servizi – disse Crocetta – e prende tutti gli appalti della Sicilia e-Servizi. Ma non solo. Di questi guadagni milionari, la Sicilia e-Servizi guadagna appena il 3%”. Secondo Crocetta, poi, “la situazione di Sicilia e-Servizi è delicatissima perché ha gestito le banche dati che riguardano i siciliani”. Per questo, e per molto altro, ecco il “nome giusto”. Che a dire il vero, per il governatore, era “giusto” anche per la Serit. Ma la nomina di Ingroia, in quel caso, saltò. “Quando si fa il mio nome, stranamente spuntano sempre le resistenze”.


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