Semplificare tutto, togliendo anche il certificato antimafia? E’ ancora calda la polemica dopo le dichiarazioni del ministro Brunetta. Qualche giorno fa, Antonio Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo, aveva detto a ‘Repubblica’: “Il certificato antimafia dovrebbe essere un marchio di qualità per le imprese. Si è rivelato determinante in moltissimi casi. Purtroppo, gli appetiti delle mafie sono sempre in aumento. E allora, i sistemi di prevenzione vanno rafforzati. Insomma concordo con il ministro Brunetta sulla necessità di semplificare la burocrazia. Ma ripeto: senza intaccare i controlli antimafia”.
La replica. “A Palazzo Vidoni teniamo molto all’aggiornamento formativo e professionale dei dipendenti pubblici. Ragion per cui stiamo trasmettendo all’indirizzo del procuratore Ingroia copia di tutte le leggi in materia di certificazione antimafia” Così Vittorio Pezzuto, portavoce del ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, replica al procuratore aggiunto di Palermo sulla certificazione antimafia per gli appalti. Leggendo queste leggi, Ingroia – si afferma in una nota “si renderà conto che la proposta del ministro Brunetta è proprio quella di costringere le pubbliche amministrazioni ad applicarle. Prenda nota, gli servirà per il prossimo convegno”.