Onorevole Miccichè, peccato per Stella del Sud…
“Mi sembrava un’ottima scelta. Cosa fatta capo ha”.
Gianfranco Miccichè non se l’è presa, dice. Il ‘nome della cosa’, cioè il trio formato con Roberto Lagalla e Raffaele Lombardo, da lui caldeggiato, non ha trovato il plebiscito atteso. Pare che all’ex governatore Lombardo non sia piaciuto. Quisquilie, insiste Miccichè. C’è da preparare il grande incontro del 22 marzo, per la presentazione. Il resto è politica.
Peccato, onorevole…
“Direttore, non mi provochi (Miccichè ride). L’agenzia a cui ci siamo rivolti aveva fornito un elenco di nomi, appunto. Questo mi aveva colpito e anche Lagalla era in sintonia. A Raffaele non piace, pazienza. Non è il tema più importante all’ordine del giorno”.
Magari si temeva l’uso sarcastico degli avversari politici. Una ‘stella’ fa presto a diventare una ‘stalla’…
“La politica è un’altra storia”.
Ma c’è chi pensa che una minima divergenza sia già una crepa iniziale…
“Fissarie. Ci sentiamo ogni giorno e andiamo d’amore e d’accordo. Siamo unitissimi io, Roberto e Raffaele…”.
…Al quale non avranno fatto piacere le accuse e l’arresto di Giuseppe Castiglione, onorevole e capogruppo Mpa all’Ars.
“La sua vicenda non c’entra con noi, né con il movimento. Sì, Raffaele è dispiaciuto, ma siamo tutti e tre onesti e lontanissimi da certe pratiche. E poi…”.
E poi?
“Mi baso su quello che ho letto, eh. Castiglione è un giovane, possibile che non abbia capito bene con che cosa aveva a che fare. Come Sinner”.
Jannik Sinner? Che c’entra il tennista e campionissimo, noto per la sua gentilezza?
“Niente di niente. Era solo per dire che certi eventi possono accadere a nostra insaputa, specialmente per un giovane. Sulle inchieste, però, una cosa voglio dirla e mi prendo la piena responsabilità”.
Dica.
“Al novantanove per cento i magistrati sono credibili, per l’uno per cento ho qualche dubbio. Si sono già verificati errori molto gravi, in passato. Staremo a vedere. Siamo in una fase in cui la prudenza è d’obbligo”.
Torniamo alla politica. Siete e rimarrete nell’alveo del centrodestra?
“Certo, ma non ci piace la trazione a destra, anche se si deve riconoscere che Giorgia Meloni è molto brava. Il centro sta scomparendo, dobbiamo riequilibrare le sorti. L’Italia e la Sicilia non sono abituate agli estremismi”.
Il segretario del Pd, Anthony Barbagallo, in una recente intervista con noi, ha aperto al centro. Interesserebbe un caffè con lui?
“Con il Partito democratico non ci possiamo andare, il caffè lo prendiamo volentieri con tutti. Ma se qualcuno vuole venire da noi, perché è un moderato, sarà il benvenuto. Noi siamo il centro”.
Il coordinatore siciliano di Forza Italia, Marcello Caruso, le risponderebbe, come ha già fatto: ‘Al centro c’è Forza Italia’.
“Sì, ma ha il dieci per cento di una coalizione che ne vale cinquanta. E da sola non sposta l’asse. C’è tanto lavoro da portare avanti, secondo le parole puntuali di Marina Berlusconi che ha rivendicato l’identità moderata”.
Ci sarebbero Totò Cuffaro e Saverio Romano, con le loro bandiere.
“Teoricamente sì, però li vedo appiattiti”.
Conferma il suo endorsement per il bis del presidente della Regione, Renato Schifani?
“Penso che stia facendo bene e che non viene dalla destra: sono credenziali importantissime. Deciderà Forza Italia e non c’è motivo di non scegliere Schifani. In ogni caso, il candidato sarà di Forza Italia, senza discussioni. Ma a Renato vorrei suggerire qualcosa”.
Cosa?
“Sta dando poca attenzione a Forza Italia, secondo me. E dovrebbe meglio equilibrare le forze di governo, alzando l’asticella della competenza”.