“Italia Viva, partito aperto a tutti | Indicheremo il futuro governatore”

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16 Novembre 2019, 06:00

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“La Sicilia per noi è importante. E ha sempre anticipato il ciclo nazionale. Qui abbiamo tre anni davanti a noi per far radicare Italia Viva e poi esprimere un nostro candidato alla presidenza della Regione”. Matteo Renzi sbarca a Catania, città di renziani, a guardar bene, da Sammartino, a Sudano a D’Agostino. Oggi la kermesse etnea abbraccia il suo leader.

Senatore, che clima pensa di trovare?

“Credo molto bello. Mi sembra che Italia Viva in Sicilia sia partita molto bene, sia all’Ars dove è nato un nuovo gruppo, sia al Consiglio comunale di Palermo, sia in altri Comuni dove si formeranno presto nuovi gruppi. Per non parlare delle persone, della società civile che si è subito interessata al nostro progetto. Qui, in Sicilia, abbiamo perso il referendum. Qui, in Sicilia, torneremo a vincere”.

Però qualcuno storce già il naso: Italia Viva in Sicilia sembra riunire politici dalle provenienze assai diverse.

“È normale che sia così. Italia Viva è un soggetto nuovo, è una cosa nuova in tutti i sensi. Se non avessimo voluto dare vita a una novità, saremmo rimasti nel Partito democratico, non crede?”.

Una cosa nuova, lei dice. Ma cos’è Italia Viva?

“Noi pensiamo di seguire uno schema inedito, ma che in qualche modo richiama al movimento di Macron, En Marche. Noi apriamo a tutti, a destra e a sinistra, purché si parli di persone perbene, fresche, innovative”.

Aprite anche a Forza Italia, mi pare di capire. Nel corso della Leopolda il suo richiamo ai liberali è stato chiaro. E Forza Italia in Sicilia, con Micciché, ha seguito uno schema diverso dal resto d’Italia, entrando spesso in polemica con  Salvini.

“Noi ci rivolgiamo certamente all’elettorato di Forza Italia. Noi siamo pronti a dialogare con tutti, senza esclusione. A patto che a unirci non sia una tessera o una schema mentale. Siamo pronti a parlare con chi si sintonizza con noi sulle cose da fare, e sono tante”.

Quali, secondo lei, le priorità in Sicilia?

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“Guardi, in questi giorni ho chiesto un intervento che sblocchi le opere pubbliche, spesso ferme a causa di ricorsi, problemi burocratici o di altro tipo. Se dentro il mondo politico c’è qualcuno che, come noi, vuole abbattere certi muri, noi ci siamo. Ovviamente ci sarà sempre il nostro veto nei confronti dei disonesti”.

Quando in Sicilia si parla di opere pubbliche si pensa spesso alla stessa cosa: il Ponte sullo Stretto. Siete favorevoli o contrari?

“Noi siamo favorevoli. Il Ponte va fatto. Ma solo dopo essere intervenuti nei confronti delle vere priorità: le fogne, le ferrovie, le strade. Ma sa qual è la cosa che mi fa più arrabbiare?”

Quale?

“Che io i soldi li avevo messi. Solo che i siciliani non hanno visto nulla. Adesso servirebbe un intervento simile a quello che ho compiuto a Milano in occasione dell’Expo: commissari, vigilati dall’Autorità anticorruzione. Così sblocchiamo i lavori”.

In Sicilia però, prima dell’arrivo di Musumeci due anni fa, ha governato il centrosinistra per sette, otto anni. Dove ha sbagliato?

“Non serve a nulla guardare al passato. Stiamo parlando di quella che è ormai un’altra era geologica. Rinvangarla non ha alcun senso. Noi guardiamo al futuro”.

E cosa c’è nel futuro di Italia Viva in Sicilia?

“C’è un progetto che continuerà a crescere. Creeremo nuova classe dirigente. E ci faremo trovare pronti per indicare anche il prossimo presidente della Regione”.

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16 Novembre 2019, 06:00

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