Questa bambina, salvata nel naufragio di Lampedusa, sorride, ignara, della morte sfiorata. Non sa che, per molti che commentano il dolore degli altri seduti al calduccio di una poltrona con vista sul web, lei è ‘l’invasore’. Una tra i migranti che vengono qui, indistintamente, ‘a rubarci il lavoro etc etc…’.
Non sa nemmeno di essere l’arma involontaria di una polemica politica. Non ci sono lacrime per i bambini annegati, branditi dalle fazioni. Non sa, questa piccola bimba, a cui auguriamo la vita più felice del mondo, di non essere quasi mai considerata umana da chi parla di lei e delle persone umane come lei. Migrante. Arma. Retorica. Strumento. Polemica. E poco altro.
Ma, per fortuna, i soccorritori generosi che si sono tuffati per salvarla, riuscendo nell’impresa, non si pongono domande stupide. Loro sanno che tutto ciò che piange al buio, quando il mare è grosso, merita protezione e affetto. E devi lanciarti in acqua, perché, se non lo fai, se non lo capisci, se non lo senti, l’unica cosa inumana sei tu.