La Trinacria potrebbe sparire dalla bandiera della Sicilia. O, almeno, questo è quello che spera Sandro Oliveri, vicepresidente del consiglio comunale di Palermo ed esponente del Movimento per le Autonomie. Oliveri, componente dello staff ministeriale della Chiesa evangelica “Parola della grazia” di Palermo, darà il via nei prossimi giorni ad una raccolta firme per la presentazione di una legge di iniziativa popolare volta alla rimozione del triscele dalla bandiera siciliana.
Quello che infastidisce il vicepresidente del consiglio comunale è l’origine della Trinacria. “Il triscele – si legge nel blog di Oliveri – è un antico simbolo religioso orientale, che rappresenta il dio Baal o il sole. Nello stato laico in cui oggi vogliamo vivere è un bene non utilizzare alcun simbolo rappresentativo di qualsiasi religione. Immaginiamoci che il simbolo del triscele fosse quello rappresentativo dell’Islam, dell’Indù, del Buddismo, o di una qualsiasi religione molto conosciuta. L’accetteremmo? Solo perché è rappresentativo di religioni orientali poco conosciute si può chiudere un occhio?”.
Livesicilia ha chiesto chiarimenti sulla questione proprio a Sandro Oliveri.
Da dove nasce questa iniziativa?
“La proposta nasce da una richiesta dei miei sostenitori ed è rivolta a quelli che io definisco i “credenti CREDENTI”, ovvero chi non si limita a credere in Dio, ma chi si preoccupa dell’attendibilità della sua parola. Mi spiego meglio. Dio mostra avversione verso chi, manifestando attenzione al mondo spirituale, non si rivolge a lui ma ad altre divinità. In questo caso, il triscele – che è un simbolo riconducibile alle religioni orientali – è in contrapposizione forte con il Dio cristiano”.
Ma l’Italia e quindi la Sicilia – fino a prova contraria – sono istituzione laiche.
“Infatti quello che noi proponiamo non è la sostituzione del triscele con un simbolo cristiano. Vogliamo che nella bandiera della Sicilia non sia presente nessun segno riconducibile ad alcuna religione. Oltretutto la nostra bandiera è stata priva della trinacria fino al 2000, chiediamo un ritorno alla vecchia versione o la creazione di un nuovo simbolo”.
Questa è un’iniziativa solo sua o di tutto l’Mpa? Ha sentito il presidente Lombardo? Lui che ne pensa?
“No, questa iniziativa è solo mia e dei miei sostenitori, l’Mpa non c’entra niente. A Lombardo ho accennato la questione, ma non si è espresso ancora. Infatti era in programma per domani una manifestazione davanti Palazzo d’Orleans, dove avremmo chiesto il suo sostegno ufficiale. Ma abbiamo deciso di rinviare il tutto, perché dopo le polemiche di questi giorni c’era il rischio di contro manifestazioni e tafferugli. Nei prossimi giorni convocheremo una conferenza stampa dove illustreremo i dettagli della nostra proposta”.
In questi giorni partirà la raccolta firme. Se raggiungerete quota 10 mila che succederà?
“Con il raggiungimento del numero la proposta di legge di iniziativa popolare approderà all’Ars, che dovrà decidere se approvarla o respingerla”.
E se dovesse essere accolta quali saranno i costi della “riconversione”?
“Sarà un’operazione a costo zero, perché non ci saranno appalti per creare nuove bandiere e sostituire quelle vecchie. Semplicemente in futuro, via via che dovranno essere cambiate, il loro posto sarà preso dai nuovi vessilli, senza trinacria”.
In questi giorni la domanda che la maggioranza dei cittadini si è posta è: con tutti i problemi seri che ha la Sicilia, con tutti quelli che ha Palermo, ha senso intraprendere una battaglia del genere? Non è uno spreco di tempo e di forze?
“Ci sono già tante persone che si stanno dedicando a risolvere i problemi, anche se devo dire con scarso successo. Quello che noi crediamo è i problemi di degrado sociale, politico ed economico della nostra società abbiano origine dalla perdita dei valori cristiani. Con questa proposta vogliamo cogliere l’occasione per sollevare un problema più grande. Bisogna promuovere i nostri valori”.
Ma, come dicevo prima, viviamo in uno Stato laico.
“Io rispetto la laicità, ma penso anche che il fondamentalismo laicistico ci abbia fatto perdere la bussola. In questo momento ritengo opportuno che nella nostra cultura vengano ribaditi i valori cristiani.