PALERMO – “La forza del centrodestra sta nei valori e nei rapporti personali, al di là delle diatribe”. Così il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, intervenendo in mattinata al congresso regionale della Dc in Sicilia, in corso a Palermo. “Lavoro benissimo con i miei assessori, sono entusiasta della loro attività – ha chiarito – E’ evidente che se c’è qualche partito della coalizione che ritenga che un assessore non sia più rappresentativo allora si procede. Mai innamorarsi di un assessore, queste sono le regole”. E aggiunge: “Dobbiamo lavorare, mai polemizzare. Meno passerelle. Chi mi conosce sa che agisco in questo modo”.
La finanziaria
Il governatore guarda già alle prossime scadenze. “Sto monitorando direttamente la manovra finanziaria – ha detto – che avrà una impronta sociale col raddoppio dei fondi. La manovra guaderà ai giovani, ai sindaci, a una progettazione più veloce dei fondi europei. Sono certo che approveremo la bilancio e legge di stabilità entro l’anno”.
Province e termovalorizzatori
Schifani ha risposto anche a due delle sollecitazioni avanzate da Cuffaro aprendo il congresso democristiano. Sia sul ritorno delle Province che sulla realizzazione dei termovalorizzatori. “Il fallimento della legge Delrio – ha detto – è sotto gli occhi di tutti. La tragedia di Rigopiano se ci fosse stata la Provincia non sarebbe avvenuta. È un problema di funzionalità, la Sicilia ne ha bisogno, più di altre Regioni. Abbiamo già un disegno di legge in Assemblea regionale, l’aula è sovrana”.
La possibile data per il voto? “Il momento elettorale lo stabiliranno gli eventi, quando il governo deciderà la data delle amministrative ci confronteremo. Abbinarle con le europee, ne possiamo parlare. A me interessa la sostanza, il dettaglio mi interessa meno”.
Ambiente. ”Entro settembre – ha annunciato Schifani – il governo varerà un decreto energia, saranno dati poteri speciali al presidente della Regione siciliana per la realizzazione dei termovalorizzatori nell’isola. Abbiamo lavorato col ministero su un testo condiviso. Una volta che avremo la noma, la scommessa è di realizzare le opere in modo celere e veloce. E’ una occasione che non possiamo perdere. Sarò implacabile se verificherò che pezzi di burocrazia lavoreranno male, farò denunce pubbliche”.
“L’unità dei partiti che si riconoscono nel Ppe”
Renzi, la scadenza delle Europee e il quadro internazionale. Schifani, oggi, è andato oltre i temi della politica regionale. “Con Tajani mi sento in sintonia – ha detto – E’ giunto il momento di lavorare per aggregare i partiti che si riconoscono nel Ppe, ma non Renzi che non ha niente a che fare con quei valori. Renzi faccia caccia altrove, non a casa nostra. Nessuno abbocca all’amo di chi aveva un partito del 40% e lo ha portato al 3%”.
Schifani si sbilancia e fa un parallelo con la crisi libica. ”Comincio a essere un po’ preoccupato per l’immigrazione – ha detto – Non vorrei che si stia tentando quello che si fece nel 2011 con Berlusconi: una situazione internazionale che spinga troppo la dinamiche degli sbarchi. C’è qualcosa che non mi convince. Mi fido molto del governo Meloni”.