ROMA – I pentiti lo chiamavano “faccia da mostro”, per quel volto sfigurato da una fucilata. Per anni si sarebbe aggirato come un’ombra nella Palermo delle stragi e degli omicidi eccellenti: dal fallito attentato dell’Addaura alla strage di via D’Amelio, fino all’omicidio del poliziotto Nino Agostino e di sua moglie incinta. Per la prima volta parla davanti alle telecamere, svelando il suo volto, il presunto sicario a disposizione di mafia e apparati deviati dello Stato: in un’intervista esclusiva di Walter Molino trasmessa a Servizio Pubblico Più di Michele Santoro, in onda stasera alle 21 su La7.
L’uomo, indagato da quattro procure, e considerato personaggio chiave di tanti misteri siciliani, è l’ex poliziotto in pensione Giovanni Aiello, che ha lavorato anni con Bruno Contrada. “In questa storia non c’entro niente – dice – mi sono congedato nel 1977 a causa di una ferita da arma da fuoco che mi ha deturpato il volto. Da allora sono un semplice pensionato, faccio il pescatore e non ho mai più messo piede in Sicilia”. Ma Servizio Pubblico sottolinea che nelle scorse settimane, nel corso di una perquisizione, la Digos ha trovato proprio in casa di Aiello, che adesso vive in Calabria, un piccolo arsenale di armi, le prove di un suo recente viaggio in Sicilia durato tre mesi e ricevute di titoli di Stato, risalenti ai primi anni ’90, del valore di 600 milioni di lire.
Davanti alle telecamere Aiello smentisce anche di aver fatto parte dei Servizi segreti, ma un’intercettazione ambientale della Dia, di cui Servizio Pubblico è entrato in possesso, lo smentirebbe. È il 17 settembre 2010 e Aiello parla con un amico dell’ultima visita in Italia di Gheddafi. Di seguito l’intercettazione. Aiello: “Secondo te perché quando viene in Italia Gheddafi dorme sotto la tenda? () E’ tutta una questione di sicurezza! Se gli buttano una bomba chi ti dice che dentro c’è lui! Lui gioca con queste cose. Può essere pure che dorme in albergo”. Amico: “E chi lo sa che albergo è?”. Aiello: “Ah, non lo sa nessuno. Pure io, quando ero nei servizi segreti, non è che sapevamo queste cose”.