La lista della Democrazia cristiana è fuori. Lo ha deciso il Tar di Palermo accogliendo un ricorso dell’Udc. La lista Dc, che in queste Amministrative palermitane avrebbe dovuto appoggiare il candidato sindaco Marianna Caronia, è stata inzialmente ricusata dalla commissione elettorale del Comune di Palermo a causa della possibilità che il simbolo si confondesse con quello dei casiniani. E contro quella esclusione aveva infatti avanzato ricorso al Tar. Ma il partito di Casini, difeso dagli avvocati Girolamo Rubino, Lucia Alfieri e Giuseppe Impiduglia hachiesto di respingere il ricorso della lista “Democrazia cristiana”
E il Tribunale amministrativo, presidente ed estensore Filippo Giamportone, condividendo le tesi dei legali dell’Udc ha respinto il ricorso proposto dalla lista della Dc, condannando quest’ultima anche al pagamento delle spese di giudizio.
“Che faremo adesso? Stiamo valutando con i nostri legali”. È laconico il segretario regionale della Democrazia cristiana Ninni Pisano. La valutazione riguarda, ovviamente, l’opportunità o meno di avanzare ricorso al Consiglio di giustizia amministrativa.
“Prendiamo atto della sentenza – aggiunge Pisano – ma non possiamo non notare che è entrata nel merito di questioni sulle quali s’erano già pronunciate Cassazione e Corte d’Appello. La Cassazione, in particolare, riconosce a entrambe le formazioni politiche l’uso del simbolo, riconoscendo a noi di usare la denominazione ‘Democrazia Cristiana’”.
Ma il Tar, come detto, ha deciso diversamente. “Stiamo esaminando – aggiunge Pisano – una copiosa documentazione, riguardante casi analoghi. Persino a Bologna, a ‘casa’ di Casini, in una situazione identica, il Tar ha dato ragione a noi…”. Ma adesso, più che i tribunali, lo scoglio maggiore potrebbe essere il tempo: per rientrare in gioco, ormai, restano poco più di due settimane.
