La lite, gli spari, l'omicidio |Marino condannato a 30 anni - Live Sicilia

La lite, gli spari, l’omicidio |Marino condannato a 30 anni

Giovanni Di Bella è stato freddato al viale Castagnola la sera del 30 marzo 2015.

CATANIA – Non riuscì nemmeno a comprare il pane Giovanni Di Bella la sera del 30 marzo 2015. Un colpo di pistola lo freddò sull’uscio di un palazzo a Librino. L’omicidio del rigattiere fu risolto in poche ore dai carabinieri di Catania: in manette finì il giovane Alessio Marino. Un nome conosciuto dalle forze dell’ordine per i suoi legami con il crimine organizzato: Marino e la sua famiglia hanno stretto affari illeciti legati alla droga con i Nizza di Librino e con il clan Santapaola-Ercolano di Picanello. Ma il delitto non era legato alla criminalità organizzata, gli investigatori scoprirono che Alessio Marino aveva agito perché Giovanni Di Bella si era intromesso in un litigio tra adolescenti per una questione amorosa. Il figlio minorenne della vittima aveva litigato con il fratello tredicenne di Marino. Durante un incontro sono piovuti pesanti insulti al viale Castagnola numero 2. Poche ore dopo gli spari fatali.

Alessio Marino ha affrontato il processo davanti alla Corte d’Assise che lo ha condannato a 30 anni di reclusione. Il pm aveva chiesto la condanna all’ergastolo. Marino, difeso dagli avvocati Andrea Gianninò e Mario Brancato, è stato assolto dall’accusa di tentato omicidio. La Corte inoltre ha escluso l’aggravante dei futili motivi.


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