Rossella Accardo è una donna tormentata da un incubo e accarezzata da un sogno. Tutto a occhi aperti. “Quando in passato si parlava d lupara bianca – racconta – vedevo il mio Stefano sotto terra, mangiato dai vermi”. Il sogno è dolce, circonfuso di una luce tenera: “Immagino mio figlio che torna a casa. Lo sento tra le mie braccia”.
Rossella Accardo, mamma di Stefano Maiorana ed ex moglie di Antonio – gli imprenditori palermitani scomparsi in circostanze misteriose – soffre i tremendi sintomi di un’assenza che non vuole scendere a patti con la rassegnazione. Le manca l’abbraccio del figlio, perché nelle storie delle assenze quello che non c’è e rende la privazione lancinante è proprio l’Abc dell’amore: il contatto fisico, la stretta al cuore. Chissà se la speranza degli ultimi giorni porterà in dono la felicità della riunione o la disfatta delle disillusioni. Padre e figlio li hanno avvistati in Spagna. Forse sono in Sudamerica. Forse sono da qualche parte del globo, inseguiti da un fantasma ignoto agli altri e loro stessi fantasmi. Ma al centro della trama c’è soprattutto Rossella Accardo. E’ lei che sopporta il peso. E’ lei che vola e atterra in questa altalena di promesse e dolore.
La signora Rossella è stata in Spagna, sulle tracce del suo sogno. Ora confessa l’amarezza che le chiude la gola. “Dopo tutto il polverone che è stato sollevato – dice -, mi aspettavo una svolta immediata. Desideravo che il tam tam conducesse a qualcosa. Non so cosa succede. Gli investigatori dicono che al novantanove per cento mio figlio e il mio ex marito sono vivi. Mi atterrisce l’ uno per cento di orrore…”.
Rossella Accardo combatte come può con le coliche che le straziano lo stomaco. Un po’ ci crede, un po’ non sa se crederci. “Le segnalazioni sono state importanti – spiega -. Però qualche dubbio mi è rimasto, Una sola cosa non riesco ad accettare: che Stefano, il mio ragazzo, sappia quello che sto passando e non si precipiti al telefono. Non è da lui non farsi sentire. Sto malissimo, ma gli rinnovo il mio appello. Figlio mio, dammi notizie”. Quello che Rossella teme adesso è la penombra dell’attenzione. I media sono strane creature. Annusano e spolpano una storia, finché c’è, finché se ne parla. E con la stessa naturalezza l’abbandonano nella fossa comune del disinteresse. “Io non voglio che i riflettori si spengano – implora la signora Accardo -. Chi sa ci dia notizie, non lasciateci soli. Io so soltanto che devo coltivare la speranza”. E non pensare, nemmeno per un attimo, alla gelata, all’uno per cento di orrore.