La cerimonia del ventaglio non raffredda il clima rovente dell’Ars, che ieri, in tarda notte ha inferto il colpo del ko alla riforma delle Asi fortemente voluta dall’assessore Venturi. Le polemiche sono troppo recenti per non trovare spazio nella consueta cerimonia di “chiusura per ferie” dell’Assemblea, dove il presidente Cascio non s’è tirato indietro e ha affrontato i temi politici più scottanti, “guadagnandosi” i rimbrotti del capogruppo del Pd Cracolici che ha attribuito proprio “alla calura palermitana” le dichiarazioni di Cascio. Un “botta e risposta” a distanza, dopo quello di appena una settimana fa in aula, quando il motivo di scontro fu, manco a dirlo, la discussione sulle Asi. “Una legge che io ritengo buona – ha detto oggi Cascio – la sua mancata approvazione la considero una cosa pesante, ma tutta interna alla maggioranza. Mi dispiace – ha aggiunto – soprattutto per l’assessore Venturi che è venuto per un mese costantemente in assemblea, per poi vedere sfumare il proprio lavoro. Questo ddl sarebbe stato utile alla Sicilia ma nel voto segreto, probabilmente, si sono scaricate le frustrazioni di alcuni deputati che magari spingono per un governo politico. Spero che a settembre, magari, si possa ridiscutere un nuovo ddl. Una cosa è certa – ha concluso – lo spettacolo di ieri sera spero di non vederlo più”.
Ma la giornata di ieri è stata aperta da un altro “caso”: la reintegrazione del deputato Gaspare Vitrano, che, però, essendo sottoposto al divieto di dimora in Sicilia non potrà “di fatto” svolgere le sue mansioni. Nemmeno quelle di deputato segretario, cioè membro del consiglio di presidenza: “L’assemblea – ha detto Cascio in proposito – non può che prendere atto della decisione del commissario dello Stato. Certo, oggi, così com’è l’ufficio di presidenza risulta monco. Ma non possiamo noi destituire Vitrano da questa funzione. Dovrebbe essere lui, casomai, a dimettersi. Ma ognuno, ovviamente, decide in base alla propria coscienza”. E la risposta è arrivata a stretto giro di posta: Gaspare Vitrano ha deciso di rinunciare alla carica di deputato segretario.
Altro tema ancora “caldo”, nonostante siano passati già un po’ giorni, quello della censura all’assessore alla sanità Massimo Russo. E anche su questo argomento, Cascio non ha “dribblato” i cronisti: “Sul caso della mozione – ha detto – ho due sentimenti contrastanti. Da presidente dell’Ars, non potevo fare altro che approvare il regolamento che prevede la pregiudiziale. Da un punto di vista politico, però, non posso non far notare che in quell’occasione la maggioranza ha prima discusso i due terzi degli argomenti all’ordine del giorno che spettavano loro, poi ha impedito all’opposizione di discutere l’unico presentato. In quell’occasione – ha aggiunto – s’era fatto riferimento al precedente di Bartolo Pellegrino del 2002. Ma in quell’occasione il regolamento era diverso: non era previsto che l’opposizione potesse sollevare un terzo degli ordini del giorno. Io ho deciso di agire convocando la commissione regolamento per riscrivere e così chiarire il tema della pregiudiziale e ho calendarizzato la discussione delle mozione. Certo – ha concluso – quest’anno di Ars, tra il caso della mozione, quello di Catalano e l’ultimo di Vitrano ha presentato molti casi anomali. È stato un anno molto effervescente”.
Queste ultime dichiarazioni, però, non sono piaciute al capogruppo del Pd all’Ars Antonello Cracolici, che ha affondato, non senza ironia: “Immagino che queste dichiarazioni siano dovute al caldo estivo o alla stanchezza: non vedo – ha detto Cracolici – come si possano accomunare la vicenda Vitrano e il voto su Catalano, alla richiesta del Pd di applicare il regolamento parlamentare in relazione alla mozione sull’assessore Russo. Oltretutto Cascio si riferisce ad una norma regolamentare che ben conosce dal momento che qualche anno fa, quando era assessore, ne ha condiviso l’utilizzo in occasione della mozione su Pellegrino. Il presidente dell’Ars ha semplicemente applicato il regolamento: l’unica anomalia – ha concluso – sono certe dichiarazioni”. E a Cracolici ha subito replicato il capogruppo del Pdl all’Ars Innocenzo Leontini: “L’onorevole Cracolici – ha detto Leontini – parla di anomalie a cuor leggero: la vera anomalia è costituita dal suo relativismo etico e politico. Quando ricorda come assolutamente secondo regolamento la richiesta del Pd di votare la pregiudiziale per impedire che l’Aula dibattesse sulla mozione di censura all’assessore Massimo Russo, finge di dimenticare che in altre occasioni, egli stesso, si è invece scagliato in filippiche contro chi, sempre secondo il medesimo regolamento assembleare, aveva presentato altre pregiudiziali. Mi viene in mente per esempio quando, due legislature fa, – ha aggiunto – con l’attuale presidente dell’Ars nel ruolo di capogruppo di un partito di maggioranza, fu avanzata una pregiudiziale alla mozione di sfiducia che il gruppo di Cracolici aveva presentato contro Bartolo Pellegrino. Ebbene, senza entrare nel senso e nella diversità delle due mozioni, voglio soltanto ricordare che l’onorevole Antonello Cracolici fece il diavolo a quattro in Aula proprio contro lo strumento della pregiudiziale: regolamentare ma non etico… Buone vacanze, onorevole. Torniamo dalle ferie con propositi di coerenza personale e politica – ha concluso Leontini – con l’intento di misurare ogni cosa con un sol peso e con una sola misura. Ne va della democrazia”.