Cracolici: "Rimossa intera Dc non solo 2 assessori"

Relazione dell’antimafia. Cracolici: “La fedeltà prevale sulla legalità”

"Questa Regione è vissuta come un bancomat a cui attingere"

PALERMO – “La Regione è vissuta come un ‘bancomat’ a cui attingere in ogni modo e con qualunque mezzo. L’assemblea non può girare la faccia di fronte a una tempesta che mina la credibilità stessa dell’istituzione”. A dirlo, è il presidente della commissione Antimafia all’Ars, Antonello Cracolici, oggi all’Ars, per discutere della relazione sull’attività svolta lo scorso anno dalla commissione.

“Una Regione sempre più piegata a interessi e intermediazioni e distante dai cittadini, preda per tanti predatori che ruotano intorno all’amministrazione – ha aggiunto Cracolici -. Predatori che hanno come unico obiettivo quello di costruire attorno all’utilizzo della macchina regionale il consenso, che diventa sempre più un consenso ‘maleodorante’”.

“Burocrazia asservita alla politica”

L’intervento del presidente Cracolici risente della “vicenda politica e amministrativa gravissima che ha coinvolto dirigenti, funzionari e amministratori di enti e aziende sanitarie”.

“Le storie emerse – ha sottolineato – ci mostrano una burocrazia ormai piegata e asservita alla politica che nomina vertici e ruoli apicali alla Regione e nelle società partecipate o nelle aziende sanitarie. Questo ha generato elementi di connivenza per cui la fedeltà prevale sulla legalità”. 

I provvedimenti della commissione

Il presidente ha poi ricordato il filo rosso che ha legato l’azione della commissione antimafia e i vari provvedimenti approvati. Tra cui: “la prima legge che combatte la cultura mafiosa, sottraendo i figli dei boss a un destino già segnato dall’appartenenza ai clan e quella regionale che ha previsto un fondo di 4 milioni di euro per concedere credito alle imprese confiscate e alle start-up che si occupano di agricoltura sociale in terreni confiscati”.

Tra le misure ricordate anche “la legge che ha stanziato 15 milioni di euro per garantire la sicurezza ai tanti comuni siciliani che non avevano fondi per finanziare sistemi di videosorveglianza”.

“Antimafia del fare”

“Questa è ‘l’antimafia del fare’ – ha detto Cracolici – con cui abbiamo voluto caratterizzare l’azione di questa commissione, partendo da un’idea di concretezza avviata dall’ascolto attento e capillare dei territori”.

Le questioni finite sul tavolo della commissione Antimafia hanno evidenziato come i controlli in Sicilia siano un problema strutturale. “Vale per la sanità, come abbiamo scoperto con l’istituto zooprofilattico dove per anni non c’è stata alcuna vigilanza – ha proseguito Cracolici – ma anche per il caso delle concessioni demaniali alla società Italo Belga dove emerge una grave lacuna gestionale che offre il fianco a ogni rischio di infiltrazione e dove, alla società con un amministratore imparentato con persone legate a cosa nostra non viene chiesto il certificato antimafia malgrado operi in regime di subappalto in una concessione pubblica”. 

“Situazione allarmante”

Il presidente ha definito la situazione in corso “allarmante, con un pezzo della classe politica che è chiamata a rispondere di comportamenti amministrativi che hanno contribuito ad abbassare la soglia di attenzione e il rispetto delle regole”.

Un chiaro riferimento alla “somministrazione dei bandi portati a conoscenza a una ristretta cerchia di amici, alla gestione di un servizio sanitario come centro di favori e malaffare. Di contro, i cittadini, scontano ogni giorno le inefficienze di un sistema che è sempre meno di cura e attenzione e sempre più un lusso per pochi. Se passa il messaggio che alla fine a fare da argine è rimasta solo la magistratura per portare alla luce elementi deviati della cosa pubblica, ci troveremo di fronte a una politica sempre più debole e asservita alla logica del favore, dove, in nome del consenso, tutto è possibile”. 

“Occorrono atti forti”

Il presidente Cracolici ha concluso il suo intervento rivolgendo alcuni interrogativi alla politica. “Se la magistratura parla di un sistema diffuso di condizionamento della vita pubblica piegato a interessi clientelari e corruttivi – ha detto – cos’altro dobbiamo aspettarci? Siamo sicuri che le questioni di queste ore riguardino solo Cuffaro e il suo sistema? La decisione del presidente Schifani di rimuovere un partito fondamentale per la coalizione di centrodestra come la Dc è una prima risposta, ma è davvero un atto sufficiente?”.

“Galleggiare in attesa di scoprire il prossimo scandalo – ha concluso Cracolici – è il miglior favore che possiamo fare a chi pensa che alla illegalità non vi sia alternativa. Ma per non galleggiare occorrono atti forti che sappiano dimostrare che la politica è in grado di aprire una nuova fase e restituire l’onorabilità ai cittadini di questa terra”.

La deputata La Rocca insultata da Cuffaro, parla e si commuove

Prendendo la parola dal pulpito di sala d’Ercole, dove è in corso il dibattito sulla relazione annuale dell’attività svolta dalla commissione Antimafia regionale, la deputata di Forza Italia Margherita La Rocca Ruvolo si è commossa commentando le intercettazioni e gli insulti ricevuti da Totò Cuffaro nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Palermo che ha chiesto l’arresto dell’ex governatore siciliano per associazione a delinquere, corruzione e turbativa. Ringrazio per la solidarietà ricevuta dal presidente dell’Antimafia Antonello Cracolici e dai gruppi parlamentari”, ha detto La Rocca Ruvolo che ha difeso la correttezza del marito, anche lui citato da Cuffaro nell’intercettazione che ha creato sdegno tra i parlamentari.

Catanzaro: “Le forze politiche abbiano il coraggio di contrastare davvero il metodo mafioso”

“Ancora una volta è emerso il valore dell’ottimo lavoro del presidente Antonello Cracolici e della commissione Antimafia, che portano avanti un’importante azione di ascolto e conoscenza dei territori, alla quale fa seguito una concreta attività di proposta ed un forte impulso al contrasto criminale anche sul piano sociale. Oggi più che mai le forze politiche hanno il dovere di impegnarsi senza ambiguità nel reale contrasto al metodo e all’azione mafiosa, a maggior ragione quando direttamente responsabili della pubblica amministrazione”, a dichiararlo è Michele Catanzaro, capogruppo del Partito Democratico all’Assemblea Regionale Siciliana.

“In un momento delicato come quello che la politica siciliana sta attraversando – ha aggiunto Catanzaro -, segnato da vicende che rischiano di minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, è fondamentale riaffermare con forza i principi di legalità, trasparenza e responsabilità. La credibilità della classe dirigente passa dalla capacità di prendere le distanze da ogni zona grigia e di difendere con coerenza i valori della democrazia”.

Giambona: “Grave l’assenza di Schifani”

“In un momento così delicato per la Sicilia, segnato da inchieste che hanno scosso profondamente il mondo della politica e che hanno portato alla rimozione di due assessori della Dc dalla giunta regionale, ritengo grave e inquietante l’assenza del presidente Schifani alla seduta della Commissione antimafia”. Così il deputato del Pd all’Ars, Mario Giambona.

“Il momento storico che stiamo vivendo – ha proseguito Giambona – impone a chi riveste ruoli istituzionali di essere presenti, di mostrare attenzione e senso di responsabilità. Il nostro ruolo non si esaurisce nelle parole: è fatto di azioni, di segnali concreti, di fedeltà istituzionale. La nostra presenza oggi in Commissione ne è la dimostrazione – spiega -. L’assenza di Schifani, invece, lancia un messaggio sbagliato e pericoloso, perché priva questo dibattito di un confronto necessario proprio quando la Sicilia ha bisogno di un momento di riflessione collettiva sullo stato di salute della nostra democrazia”.

De Luca: “Schifani non ha avuto il coraggio di affrontare il Parlamento”

“L’assenza del presidente Schifani alla presentazione della relazione annuale della Commissione Antimafia è gravissima e non è certo giustificabile con i soliti impegni istituzionali. Questa importante seduta era concordata da tempo e, al limite, poteva anche essere rinviata. La verità è che, ancora una volta, il presidente non ha voluto metterci la faccia, specialmente in questo momento in cui il suo governo è pesantemente interessato dalle sconvolgenti notizie che arrivano dalla Procura della Repubblica”. Lo afferma il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars, Antonio De Luca.

Schifani – continua De Luca – non ha avuto il coraggio di affrontare il Parlamento in occasione di crisi ingenerata da un partito con cui aveva stretto un solido patto elettorale, ma che per etica non doveva nemmeno accogliere tra quelli della sua maggioranza. Lo aspettiamo comunque in Aula. Schifani non avrà sempre improcrastinabili e importantissimi impegni istituzionali da accampare come scusa. La legislatura non è ancora finita, a meno che il presidente non decida di dimettersi, cosa che noi e gran parte dei siciliani gli consigliamo fortemente”.

Barbagallo: “Da Antimafia foto drammatica della Regione”

“Il problema dei mancati controlli da parte dell’amministrazione regionale al centro anche della relazione annuale della commissione regionale antimafia. Il presidente Cracolici ha fatto una fotografia drammatica della macchina ‘regione’, che riflette anche le notizie di cronaca di questi giorni che riguardano turbative d’asta, appalti aggiustati con il coinvolgimento di esponenti politici, funzionari pubblici e alti dirigenti”. Così il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo, che ha assistito questo pomeriggio a sala d’Ercole all’esposizione della relazione della commissione regionale antimafia, presieduta da Antonello Cracolici.

“Una regione vissuta come bancomat, piegata agli interessi di alcuni – dice Barbagallo, riprendendo alcuni passaggi della relazione – distante dai cittadini e dove la burocrazia è asservita alla politica. Concordo: è saltato un sistema, sono saltati i controlli negli appalti ma in particolare nei subappalti per colpa del codice varato da Salvini che, lo avevamo previsto, favorisce una illegalità diffusa. Ma la mancata vigilanza è strutturale e riguarda anche l’istituto zooprofilattico, l’assessorato al Territorio, la sicurezza nei luoghi di lavoro. E di tutto questo – conclude Barbagallo – ritengo che la responsabilità debba essere ascritta al vertice politico, cioè a Schifani, che in tre anni non è riuscito a dare nuovi impulsi e una guida sicura”.

Pellegrino: “Su assenza di Schifani sterili polemiche”

“Le sterili e pretestuose polemiche sollevate oggi dall’opposizione confermano una sola, semplice verità: quando si è a corto di argomenti, si attacca chi lavora. Il Presidente Schifani oggi non era all’Assemblea Regionale Siciliana perché era a Roma, impegnato in fondamentali vertenze di interesse per la Sicilia e i siciliani. Sta seguendo, tra le altre, la delicatissima vicenda Cargil e quella dei call center, dossier che riguardano la tutela del lavoro, la protezione del territorio e il futuro economico di tante famiglie”. L’ha detto Stefano Pellegrino, presidente dei deputati di Forza Italia, intervenendo all’Ars.

“Definire la sua assenza, concordata e motivata da impegni istituzionali di altissimo profilo, come uno ‘sgarbo’ o un segno di disattenzione verso il tema della mafia, non è solo falso, ma è profondamente irrispettoso verso chi, come Schifani, ha fatto della lotta alla criminalità organizzata un caposaldo della propria azione politica e legislativa. La sua storia parla per lui: basta ricordare il suo convinto impegno, da parlamentare nazionale, per l’introduzione permanente della norma sul 41-bis. Chi ha una simile credibilità non ha bisogno di lezioni da chi strumentalizza ogni occasione per fare propaganda”.

L’opposizione, oggi, ha toccato il fondo della contraddizione: se il presidente si assenta per occuparsi concretamente di vertenze a tutela dei lavoratori e del territorio, lo criticano. Se, in altre circostanze, non lo facesse, lo criticherebbero ugualmente, accusandolo di inazione. È chiaro a tutti che il loro unico obiettivo è il rumore, non la sostanza”, conclude.

Schillaci: “Serve fare tabula rasa”

“La Sicilia merita istituzioni capaci di agire con fermezza, di scegliere il merito in base della competenza e dell’integrità morale, non sulla base di appartenenze o logiche di scambio – ha detto invece la deputata 5 stelle Roberta Schillaci -. Le misure fino ad oggi adottate dal presidente Schifani non sono sufficienti”. 

“È necessario un azzeramento completo dei vertici della sanità regionale, non semplici sospensioni di alcuni dirigenti ed un ricambio profondo che vada al cuore dei compromessi politici e della spartizione clientelare delle poltrone”.

“Se Schifani vuole essere credibile deve fare tabula rasa e ricominciare se ne ha la possibilità, altrimenti restituisca la voce ai cittadini siciliani. Va preso atto – ha concluso Schillaci – di un fallimento politico che coincide con il fatto che solo nell’ultimo anno 15mila ragazzi hanno lasciato la Sicilia per mancanza di opportunità e certamente per sfuggire alle grinfie della mafia e della criminalità organizzata”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI