PALERMO – ll governo Musumeci ha avviato l’iter per bonificare parte della miniera di Bosco a San Cataldo. L’assessorato regionale all’Energia ritiene percorribile la richiesta di redigere un progetto di finanza con il quale si consentirà ai privati di recuperare circa 4 milioni di tonnellate di sale ammassato ed evitare così di doverlo smaltire a un costo stimato di 800 milioni di euro. “L’operazione – spiega l’assessore Alberto Pierobon – se andrà a buon fine consentirà anche di mettere in moto tutto un indotto perché il sale quasi certamente sarà lavorato in Sicilia e questo genererà posti di lavoro”.
I custodi giudiziari della miniera, l’assessore e il direttore del dipartimento, hanno accolto la posizione non ostativa della magistratura a consentire i primi accertamenti da parte di un’azienda del Nord del settore, evidentemente attratta dalla qualità del materiale, che controllerà e verificherà se è possibile da usare e immettere sul mercato per scopi non alimentari. “Attendiamo la proposta di progetto di finanza – spiega l’assessore – che sarà formulata fagli interessati, la Regione valuterà i contenuti e se non saranno soddisfacenti procederà con una manifestazione di interesse internazionale”. Se tutto si risolverà positivamente la Regione procederà con un bando pubblico e l’azienda proponente avrà per legge il diritto di prelazione. “Una quantità di sale come questa non si lavora in un giorno – dice l’assessore – ci sarà un indotto, l’azienda dovrà processare il materiale ed è probabile che ciò avvenga in Sicilia, sarà un’ottima occasione per l’occupazione del territorio”.