La postina rapinata e il furto: "Rivuoi il furgone? 300 euro" - Live Sicilia

La postina rapinata e il furto| “Rivuoi il furgone? 300 euro”

I tre arresti e i retroscena. Ecco come si muoveva la banda sgominata tra Villabate e Misilmeri
OPERAZIONE 'SAFE HOUSES"
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PALERMO – Dal furto in appartamento alla rapina in strada, fino all’estorsione. Era una banda pronta a tutto per far finire nelle proprie tasche soldi ‘facili’, al punto da mettere in atto il cosiddetto ‘cavallo di ritorno’, ovvero una sorta di riscatto per restituire quanto rubato alla vittima. In questo caso si tratta di una Fiat Doblò, un’auto lasciata momentaneamente in sosta, con il motore acceso, da un commerciante finito nel mirino in piazzale Figurella, a Villabate, mentre caricava alcune pedane sul mezzo.

Si tratta della zona in cui sarebbe stata messa a segno la maggior parte dei colpi venuti a galla durante le indagini dei carabinieri che hanno arrestato tre persone e denunciato a piede libero una quarta, nell’ambito dell’inchiesta ‘Safe houses’, coordinata dalla Procura di Palermo. Il titolare di un panificio quel giorno si era imbattuto in Gabriele Di Liberto e Michele Sollima: il primo sarebbe salito a bordo del furgone, fuggendo, il secondo avrebbe invece avvicinato la vittima chiedendo trecento euro per la restituzione. Era riuscito ad ottenerne duecento, i soldi di cui il commerciante era in possesso in quel momento, ma ciò non ha evitato che la vittima li denunciasse. Il titolare dell’attività ha inoltre ricordato un altro episodio: ha infatti raccontato ai carabinieri che pochi mesi prima, uno dei componenti della banda aveva fatto irruzione nel suo panificio chiedendo dei soldi. Di fronte al ‘no’ della figlia si era impossessato del suo cellulare, chiedendo in cambio dieci euro che ‘servivano per la famiglia’.

A svelare le dinamiche della banda che si muoveva tra Misilmeri e Villabate, oltre all’attività dei carabinieri sul campo, anche i filmati della videosorveglianza: il furto del Doblò era stato ripreso in diretta. Fondamentale, anche il riconoscimento da parte delle vittime, come nel caso del furto che sarebbe stato messo a segno dai fratelli Alessio e Gabriele Di Liberto. Il colpo aveva fruttato due televisori, una collana d’oro, tre bracciali, una Play station con tanto di giochi, un paio di occhiali da sole e trecento euro in contanti: refurtiva portata via da un appartamento che si trovava a pochi metri dall’abitazione di uno dei due fratelli.

Chi era entrato in azione lo aveva fatto approfittando dell’assenza del proprietario, uscito alle 23 e rientrato intorno alle 3 di notte, quando ad attenderlo c’era un’amara sorpresa. Parte del bottino, in questo caso, è stata recuperata a casa di Alessio Di Liberto, dove i carabinieri hanno effettuato una perquisizione dopo averlo già arrestato per detenzione illecita di sostanza stupefacente. Tra gli episodi contestati, anche la rapina ai danni di una dipendente delle Poste. Quel giorno la donna si trovava a bordo del Piaggio Liberty utilizzato per la consegna della corrispondenza, ma era stata bloccata con forza a Villabate e costretta a consegnare il telefono e il portafoglio da un giovane incappucciato e dal suo complice, a loro volta su uno scooter. Anche in questo caso ad entrare in azione sarebbero stati i fratelli Di Liberto.


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