PALERMO – Niente “fughe in avanti”, si era detto. La nomina di Antonio Fiumefreddo alle Attività produttive può attendere. Ma si farà. Il conciliabolo di ieri tra Rosario Crocetta e Fausto Raciti, prontamente fatto conoscere all’Ansa dopo le indiscrezioni giornalistiche degli ultimi giorni, aveva messo ufficialmente in stand by la nomina del successore di Linda Vancheri. Il governatore, pur essendo la casella lasciata libera dalla confindustriale di sua competenza, non procederà ad alcuna nomina in solitario “perché intende mantenere il dialogo con la sua maggioranza” e una “fuga in avanti” sarebbe considerata “un errore grave”, facevano sapere dalla segreteria del Pd all’Ansa ieri.
Ma ieri era ieri. Oggi Rosario Crocetta, sempre al’Ansa, ha tenuto a precisare che Antonio Fiumefreddo lo nominerà eccome. Ma prima, al ritorno di Raciti dalle ferie, si parlerà con gli alleati. E di cosa? Crocetta oggi lo dice senza troppi giri di parole: di rimpasto.
“Al rientro dalle ferie del segretario del Pd Fausto Raciti avrò un confronto con tutte le forze politiche e dentro questo quadro di consenso provvederemo a operare gli aggiustamenti in giunta necessari che consentano di arrivare a fine legislatura e prepararci a vincere le elezioni del 2017″. Tutti gli aggiustamenti in giunta, dice il presidente. Il valzer degli assessori non si è quindi ancora chiuso, anche se siamo arrivati a quota 38.
L’idea di un ritocchino alla giunta, raccontano, troverebbe consensi dentro un bel pezzo di Pd. Quel pezzo, composto per lo più da ex ds, che ha preso ormai saldamente in mano partito e gruppo. Mentre i renziani pensano ancora al voto l’anno prossimo, e anche Areadem non pensa a toccare la giunta, auspicando piuttosto uno sprint di provvedimenti da qui ai prossimi mesi, altri nel partito continuerebbero ad accarezzare l’idea del “governo politico”. Che è poi ormai diventato realtà, dopo gli ingressi in giunta dell’allora segretario regionale dell’Udc Giovanni Pistorio e dell’allora capogruppo del Pd Baldo Gucciardi.
Altri deputati, insomma, potrebbero entrare in giunta. Per blindare definitivamente la legislatura e arrivare dritti al 2017. D’altronde, erano i primi di luglio quando Pippo Digiacomo, presidente della commissione Sanità ed esponente di primo piano dell’area vicina ad Antonello Cracolici, si espresse per la necessità di un governo politico nel corso di una riunione di gruppo. E i primi di agosto, Davide Zoggia, tra i leader della minoranza Pd che in Sicilia è rappresentata tra gli altri da Angelo Capodicasa e Mariella Maggio, spiegò a Livesicilia: “Noi siamo disponibili a dare il nostro contributo anche in giunta se saremo chiamati”.
L’idea di un rimpasto, o meglio degli “aggiustamenti” di cui parla Crocetta, potrebbe trovare proseliti anche nell’Udc. Potrebbe essere l’occasione per Pistorio per ottenere una delega più pesante, magari la Famiglia, e per un deputato di peso, in pole position il capogruppo Mimmo Turano, per entrare in giunta al posto di Giovanni Pizzo.
Nel Pd si guarderebbe con interesse, in un’ipotesi di rimpasto, alla poltrona dell’Agricoltura, al momento appannaggio di Sicilia democratica, il movimento che, orfano di Lino Leanza, si sta fondendo con il Pdr di Salvatore Cardinale, sempre più ai ferri cortissimi con Crocetta.
Tra il dire e il fare c’è di mezzo Crocetta. Con i suoi ritrovati eccessi verbali. Il presidente, ringalluzzito dopo le disavventure estive, oggi parlando all’Ansa è sembrato tirare fuori il suo vecchio stile di sfida. E le sue parole hanno destato irritazione nel Pd. “Per arrivare al 2017 bisogna rispettarsi. Crocetta cambi metodo o diventa tutto più difficile”, ha twittato Antonello Cracolici. Ma gli ammonimenti dei democratici sono ormai armi scariche. Il partito nelle scorse settimane ha dato più che l’impressione di essere ostaggio dell’istinto di autoconservazione dei suoi deputati. E Crocetta lo sa bene.
Al di là delle schermaglie si apre una stagione di trattative. Con i renziani di Davide Faraone ma anche l’Areadem di Giuseppe Lupo per nulla convinti dall’idea del rimpasto. In un’ottica di governo “politico”, infatti, sarebbe complicato mantenere sulla poltrona dell’Economia l’emissario del governo Renzi, Alessandro Baccei. La partita interna al Pd quindi si preannuncia tutt’altro che semplice. In ballo, oltre a qualche posto in giunta, ci sono la poltrona che Fiumefreddo lascerà libera a Riscossione Sicilia, per la quale tra i papabili c’è il bagherese del Pd Eustachio Cilea ma anche un deputato come Nello Dipasquale, e le presidenze delle commissioni, che vanno rinnovate entro settembre, magari trovando un posticino ai futuri alleati di Ncd.