PALERMO – “Il sorriso di Emanuela ti entrava nel cuore, rimaneva stampato nella mente. La sua energia e la sua allegria erano contagiose, non si fermava mai”. Sono le parole di chi conosceva la ragazza che ha perso la vita nell’incidente di stanotte in via Libertà: Emanuela Urso, 27enne di Misilmeri, è morta nel centro di Palermo in seguito ad un impatto violentissimo avvenuto all’incrocio con via Archimede.
Uno schianto che non le ha lasciato alcuna possibilità: la sua auto, una Suzuki Swift, è stata trovata cappottata dai soccorsi. Distrutta sulla fiancata sinistra per lo scontro con una Fiat Panda, la macchina era poco prima finita contro il marciapiede centrale della strada, quello che la divide dalla corsia laterale. E il mezzo si è trasformato in un groviglio di lamiere in cui è rimasta intrappolata. I vigili del fuoco l’hanno estratta dall’abitacolo, ma le ferite si sono rivelate fatali. E per Emanuela non c’è stato nulla da fare. Tutto il paese alle porte della città è in lacrime. La giovane era molto conosciuta a Misilmeri, la notizia ha cominciato a circolare stanotte ed ha sconvolto l’intera comunità, che nel frattempo si è stretta attorno alla famiglia della ragazza, che abita in via Antonio Amato, a pochi metri dal corso principale.
La 27enne trascorreva invece gran parte della settimana a Palermo, aveva già lavorato in diversi locali come barlady e sin dalla sua apertura, al pub “Le Tabarin” di via Chiavettieri, nel cuore del centro storico. E così anche il popolo della notte conosceva quella faccia vispa incorniciata dai capelli corti e sbarazzini: “Impossibile non ricordare il volto di Emanuela – dice Mariangela Rizzo – da assidua frequentatrice della zona posso dire che rivolgersi a lei era sempre un piacere. Era sempre disponibile, gioviale. E bravissima nel suo lavoro”. “Già – aggiunge Mario D’Ercole – arrivavi al bancone e trovavi lei col suo sorriso, era una certezza, la barista storica del pub. Quando abbiamo saputo cosa le è successo ci è crollato il mondo addosso. Era una nostra coetanea, una ragazza che conduceva una vita simile alla nostra. Speriamo venga chiarito presto cosa è successo”. E stasera una delle zone della movida palermitana si fermerà: in segno di lutto per Emanuela tutti i locali di via Chiavettieri resteranno chiusi.
L’Infortunistica sta cercando di accertare quale tra i due veicoli non abbia rispettato il semaforo rosso. Elementi utili potrebbero arrivare presto dalle immagini delle telecamere che si trovano nella zona, al momento al vaglio della polizia municipale. A quell’ora, era da poco trascorsa l’una, via Libertà non era molto trafficata. All’improvviso l’impatto terribile che ha fatto riversare in strada anche i residenti della zona, dove sono arrivati i sanitari del 118, i vigili del fuoco e gli agenti dell’Infortunistica, secondo i quali la ragazza non avrebbe indossato la cintura di sicurezza che avrebbe potuto salvarle la vita.
Una vita che si snodava tra il lavoro, il fidanzato e la musica, quella di Emanuela. Amava i cantautori italiani, “Il vero amore può nascondersi, confondersi, ma non può perdersi mai”, diceva un suo tatuaggio sul braccio che citava la frase di un brano di De Gregori. “Lei era così, la chiamavamo “Supermanu” – dice Francesca, un’amica -. Era sensibile, credeva nei valori veri. Mi manca il fiato al pensiero che non ci sia più”. La pagina di Facebook della ragazza si è nel frattempo trasformata in un luogo virtuale in cui una raffica di messaggi lasciati da amici e conoscenti racconta sempre più quanto Emanuela fosse amata. “Manu – scrive Luigi Citarrella – non dimenticheremo mai il tuo sorriso”, e ancora: “Non mi dimenticherò mai di te, tesoro”, aggiunge Dario Monfortè.
L’incidente in cui ha perso la vita Emanuela Urso è il secondo mortale in sei mesi in via Libertà. L’arteria principale della città, a maggio, ha fatto da scenario al terribile schianto che ha ucciso sul colpo Tania Valguarnera, la ragazza di 31 anni investita da un commerciante mentre stava attraversando. Due casi gravissimi che alimentano l’allarme sulla sicurezza delle strade palermitane, dove sono proprio i pedoni a pagare le conseguenze dell’alta velocità. Basti pensare che da gennaio ad oggi sono sette le persone che sono state investite ed uccise nel capoluogo.