La sfiducia agita il consiglio| Divisi a destra e a sinistra - Live Sicilia

La sfiducia agita il consiglio| Divisi a destra e a sinistra

Il M5s la vuole, il Pd no, le minoranze si dividono. E tutti guardano al 2022

PALERMO – La mozione di sfiducia a Leoluca Orlando agita le acque di un consiglio comunale in pausa estiva, ma in cui le forze politiche guardano con sempre più attenzione alle prossime elezioni. Malgrado manchino quasi due anni l’appuntamento elettorale di Palermo del 2022 ha già fatto partire le grandi manovre di chi da un lato si prepara al dopo-Orlando, ma dall’altro deve fare i conti con gli equilibri regionali per i quali si andrà alle urne solo qualche mese dopo.

Una tensione che finora è emersa in modo chiaro nella maggioranza con il continuo braccio di ferro fra i renziani e Sinistra Comune, ma che – complice la mozione di sfiducia – sta serpeggiando anche tra le fila delle opposizioni che sono, alla prova dei fatti, meno compatte di quanto possa apparire. Perché se le minoranze si trovano unite nell’attaccare l’attuale primo cittadino, discorso ben diverso va fatto per le alleanze future con il Movimento cinque stelle che a livello nazionale ha ormai deciso di abbracciare il centrosinistra, la destra che punta a riproporre una coalizione formato Musumeci e i moderati che non disdegnano l’idea del grande centro.

Regolamenti alla mano, la mozione di sfiducia avrebbe bisogno di 24 voti su 40 per passare a Sala delle Lapidi ma le minoranze arrivano solo a 19 e non sono nemmeno tutte convinte di voler procedere. Il testo iniziale è stato più volte rivisto e, quando sembrava ormai tutto pronto, sono emerse alcune perplessità che hanno spinto a rinviare tutto di qualche giorno provocando più di un malumore. “Se qualcuno non è più intenzionato a presentare la mozione di sfiducia lo dica chiaramente e non ci faccia perdere tempo – avvisa la Lega – non è possibile tollerare ulteriori ritardi”. Il Movimento cinque stelle si dice disponibile a “firmare subito perché non possiamo aspettare il 2022”, così come per Sabrina Figuccia “non è più tempo per i se e per i ma”. Le minoranze dovrebbero rivedersi in questi giorni per presentare la mozione, ma i numeri schiaccianti rendono la sfiducia più una prova generale di alleanze che un concreto tentativo di chiudere anticipatamente la consiliatura.

Non è un mistero che in questo momento il centrodestra sia a un bivio: c’è chi come Lega, Fratelli d’Italia e Diventerà Bellissima spinge per presentarsi nel 2022 con una coalizione “classica”, quindi con Forza Italia e i moderati, mentre in larghi settori di Forza Italia e dei centristi si lascia la porta aperta a un grande centro che possa aggregare anche Italia Viva e pezzi di Partito Democratico. Equilibri assai precari, visto che le Comunali di Palermo e le Regionali saranno talmente ravvicinate da rendere quasi impossibile per i partiti presentarsi con schemi diversi ai due appuntamenti elettorali che altro non saranno che un antipasto delle possibile Politiche.

In questi momento i renziani non avrebbero alcuna voglia  di staccare la spina a Leoluca Orlando, così come Sinistra Comune: al di là delle polemiche e degli stracci che ormai volano senza pudore, entrambi sanno di non poter fare a meno del Professore visto che i tempi non sono maturi per nuovi schemi. Ma a non voler sentire parlare di sfiducia è anche il Partito Democratico: i dem sono in maggioranza ma in modo critico, lamentano l’esclusione dalla giunta ma hanno in segreteria l’assessore Giuseppe Mattina, puntano il dito su cimiteri e rifiuti ma non vogliono votare una mozione con Lega e meloniani. “La mozione non la votiamo”, scandiscono a chiare lettere gli esponenti del partito di Zingaretti.

Una distanza, quella fra il Pd e il M5s, che fa a pugni con il nuovo corso dei grillini che su Rousseau hanno invece aperto la porta all’alleanza con i dem con tanto di candidatura unitaria nella vicinissima Termini Imerese. Nel 2022 in tanti danno per scontata un’alleanza fra Pd, cinque stelle e forse anche la sinistra di Giusto Catania che però, ad oggi, si trovano divisi sulla sfiducia al sindaco Orlando visto che i 5 stelle vogliono la discontinuità. Un quadro politico in continua evoluzione e, tanto a destra quanto a sinistra, legato a doppio filo agli equilibri regionali e nazionali, il che spinge tanti (per non dire quasi tutti) a rimandare il più possibile le prossime elezioni.

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