PALERMO – Erano in grado di rubare cento mezzi al mese. La loro era una super banda composta da 25 persone, ora azzerata dalla polizia di Palermo, coordinata dalla Procura della Repubblica dalla Direzione distrettuale antimafia.
Rubavano i mezzi – veicoli commerciali, macchine, moto e scooter – e poi avvicinavano le vittime. Bastava pagare per riavere ciò che gli apparteneva. È la tecnica del cosiddetto cavallo di ritorno. Gli indagati sono accusati anche di rapine, furti e ricettazioni di veicoli.
Le indagini sono iniziate nel settembre 2015. Un anno e mezzo dopo gli agenti sella sezione Criminalità organizzata della Squadra mobile ha individuato nomi e ruoli dell’organizzazione che operava a tappeto in tutta la città. Ciascuno aveva un compito preciso: c’era chi rubava, chi faceva da palo, chi forniva magazzini sicuri dove parcheggiare i mezzi. Una volta terminato il lavoro in strada dei gruppi addetti alla razzia, entravano in gioco coloro che trattavano con le vittime. Gli incassi erano di tutto rispetto. In un mese la banda riusciva a guadagnare fino a 200 mila euro.