La tessera del tifoso, Maurizio Zamparini, non riesce proprio a digerirla. Il patron rosanero, infatti, non risparmia aspre critiche verso questa “licence card” che sembra destinata a rivoluzionare definitivamente la vita delle migliaia di supporters delle squadre del campionato di calcio italiano. “Tutte le iniziative che vanno contro la libertà personale – ha dichiarato il numero uno di viale Del Fante – sono da sistema poliziesco. La trovo un’azione da vecchio fascismo: togliere la libertà a un milione di persone per controllarne cento non va bene”. Dalle parole di Zamparini si intuisce, quindi, che il malcontento del presidente rosanero esula dal contesto prettamente sportivo, andando anche oltre: “Solo in tempo di guerra si fa il coprifuoco. Parlo a livello di libertà personale. Non è possibile limitarla schedando milioni di persone per andare a colpire cento facinorosi. Uno stato civile li colpisce lo stesso senza bisogno di questi provvedimenti che sono chiaramente liberticidi”. Dunque una bocciatura senza possibilità d’appello per la tessera del tifoso, una iniziativa che rientra nell’ambito del documento firmato il giorno di ferragosto dal ministro Maroni, ed atto a contrastare gli episodi di violenza negli stadi italiani. “Io sono un uomo libero e mi rifiuto di dover andare in uno stadio fuori dalla mia città con una tessera che mi scheda perchè senza di quella non posso entrare – conclude Zamparini -. Il problema è la libertà personale in Italia, allora, visto che questa regola ce l’abbiamo solo noi. È paradossale ed è una vergogna: mi vergogno di essere italiano”.
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