CATANIA – Decreto di perquisizione e sequestro nei confronti del rapper 24enne Baby Gang. Al secolo, Mouhib Zaccaria. Il provvedimento è stato eseguito dalla Polizia di Lecco (l’artista risiede nella provincia, a Calolziocorte) in un’azione che ha visto in campo anche i colleghi della Questura di Catania.
La videochiamata
Esecuzione disposta dalla Procura della Repubblica di Catania. E scaturisce a seguito dei fatti accaduti lo scorso 1 maggio nel corso di un concerto tenutosi all’interno di uno stabilimento balneare della Playa a Catania. In quella circostanza il 24enne Baby Gang durante la sua esibizione sul palco avviò una videochiamata “a mio fratello” Niko Pandetta. Poco prima del brano “Italiano”. Il 26enne trapper catanese è a sua volta detenuto nel carcere di Rossano Calabro (nel cosentino) con le accuse di rissa, evasione e droga.
“Zaccaria Mouhib – ricostruiscono dalla Questura etnea – è indagato per il delitto di cui all’art. 391 ter in concorso, aggravato dall’art. 416 bis 1 e per la contravvenzione di cui all’art. 75 comma 1 del decreto legislativo 159/2011, per aver violato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale, le cui prescrizioni gli inibivano di raggiungere questo Capoluogo”.
Nel corso della perquisizione effettuata a Lecco, la Polizia ha sequestrato uno smartphone, che nei prossimi giorni verrà sottoposto agli accertamenti forensi ritenuti opportuni.
Il foglio di via del Questore
Notificato all’indagato il Foglio di Via Obbligatorio emesso dal Questore di Catania. Che inibisce al MOUHIB “di poter dimorare nel capoluogo etneo per quattro anni”.
La ricostruzione dei fatti dell’1 maggio.
