PALERMO – La Lega di Salvini si riorganizza in Sicilia dopo il parziale azzeramento dei vertici di partito a partire dal bluff di Ismaele La Vardera alle scorse elezioni comunali di Palermo e l’accusa di voto di scambio in occasione delle ultime elezioni regionali per l’ormai ex commissario straordinario Salvino Caputo. Si sono dati appuntamento a Palermo, in Aula Rostagno all’interno di Palazzo delle Aquile, il senatore Stefano Candiani, oggi commissario per il movimento di Salvini in Sicilia, l’assessore comunale di Catania Fabio Cantarella e il consigliere comunale Igor Gelarda, ex grillino, che oggi ha formalizzato il suo passaggio fra le fila del Carroccio.
Hanno presentato anche il nuovo organigramma del “partito” sull’Isola, ovvero tutte le figure che si occuperanno di coordinare le operazioni di tesseramento da oggi possibile anche in Sicilia. Ma per aderire alla nuova Lega, non basterà certo condividere principi e regole, si dovrà anche firmare un vero e proprio codice etico. Insomma, i nuovi rappresentanti del movimento di Salvini vogliono dare una struttura robusta e formale al gruppo alla luce delle inchieste che hanno creato non poco imbarazzo, dei risultati alle ultime elezioni nazionali e al nuovo governo giallo-verde.
“Da oggi il movimento “Noi con Salvini”, la Lega, diventa un partito a tutti gli effetti anche qui in Sicilia – ha detto Candiani – si parte dal tesseramento, cosa che in passato si credeva impensabile qui. Ripartiamo dai cittadini e dalla semplicità dei banchetti nelle piazze dei comuni. Cominceremo a costruire dalla gente che chiede solo una politica corretta e onesta. In questa terra troppi politici una volta eletti si sono dimenticati della fiducia che i cittadini avevano riposto in loro”. Insomma un cambiamento d’immagine quello che vuole attuare Candiani in Sicilia, un’operazione che cerchi di cancellare la radice fortemente territoriale della Lega, da sempre collegata all’orgoglio delle regioni del nord d’Italia: “Vogliamo dimostrare la serietà delle nostre intenzioni – ha continuato il senatore lombardo – Va superata la diffidenza nei confronti della Lega, che oggi è una forza politica che si rivolge a tutta l’Italia. Dobbiamo cercare di superare un passato che non ci appartiene più. Ciò che conta è il nostro modo di far politica, intesa come un servizio, e non come un’opportunità di successo personale”.
La Lega può ad oggi contare su diverse figure ad ogni livello: due deputati nazionali, Carmelo Lo Monte e Alessandro Pagano, un deputato regionale, Tony Rizzotto, un assessore comunale a Catania e da qualche giorno un consigliere comunale a Palermo. Proprio Gelarda sarà il nuovo responsabile Enti Locali e organizzativo per Palermo e provincia. Ed è stato proprio lui, come primo atto da nuovo componente, a stilare insieme ad un gruppo di volontari, l’elenco di regole a cui attenersi per entrare a far parte della “nuova” Lega. “Valori e regole che condivido mi hanno spinto e convinto ad aderire al movimento di Salvini – ha detto Gelarda – Come il tema della sicurezza, dello sviluppo del territorio e della legalità. Inoltre, sono convinto anch’io che la politica sia un servizio. Un servizio che ho deciso di prestare per cercare di dare un futuro migliore ai miei figli. Vorrei davvero riuscire a cambiare questa città non solo per la mia famiglia ma anche per quelle dei miei concittadini. Vorrei che i miei figli avessero un giorno la possibilità di restare e non siano costretti ad emigrare. Bisogna arginare quella che per me è la peggiore gestione della città degli ultimi 60 anni”.
Sono stati nominati anche i responsabili per tutte le altre province: a Catania a dare una mano a Cantarella sarà Maurizio Ferro, a Trapani si divideranno gli oneri Bartolo Giglio, Roberto Bertini, a Caltanissetta si occuperà del tesseramento Francesco Spata, a Messina Filippo Galifi e Matteo Francilla. A Enna saranno tre i responsabili organizzativi: Giuseppe Savoca, Saverio Cuci, Edoardo Lenaza. A Siracusa Leandro Impelluso. A Ragusa Luigi Mellilli e Gabriele Amore. Infine ad Agrigento saranno responsabili organizzativi Massimiliano Rosselli e Angelo Collura.
Il nuovo codice etico per aderire al partito in Sicilia è composto da 14 articoli: gli iscritti dovranno avere la fedina penale intonsa, non essersi macchiati di reati in ambito mafioso, voto di scambio, abusi sessuali, abuso su minori e disabili e spaccio. E al militante non basterà un’auto certificazione al momento del tesseramento: sarà necessario fornire copia del certificato del Casellario giudiziario rilasciato dalla Procura della Repubblica. Regole ferree anche per gli eletti o per chi voglia candidarsi con il simbolo del Carroccio, soprattutto in ambito giudiziario. E ancora, niente incarichi a parenti, persone indagate o con condanne pendenti. Ma il regolamento parla chiaro anche sui comportamenti da adottare nei confronti della stampa: “I rappresentanti istituzionali e coloro che ricoprono incarichi nazionali o regionali all’interno del Partito, s’impegnano a non rilasciare dichiarazioni alla stampa che siano lesive dell’immagine della Lega – si legge nel regolamento – di quella di altri iscritti, o per la loro natura potenzialmente soggette a strumentalizzazioni da parte di avversari politici o che comunque non sono in sintonia con la linea politica tracciata dagli organi di governo nazionale e regionale del Partito. La stessa regola si applica ai post e ai commenti pubblicati sui social network”.
Da notare una precisazione contenuta nella lista di regole da rispettare per essere un buon rappresentante della Lega sul territorio: “Nell’esercizio della propria attività politica, l’iscritto alla Lega Salvini Premier Regione Siciliana rispetta la dignità, le credenze e le differenze culturali; non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio-economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità. Saranno, pertanto, considerati gravi e lesivi dell’immagine e del buon nome della Lega Salvini Premier Regione Siciliana comportamenti razzisti, discriminatori ed omofobi”. Al termine della conferenza stampa però dall’ultima fila dell’aula Rostagno, un simpatizzante si alza e preoccupato chiede a Candiani: “Come possiamo bloccare la deprecabile pratica delle registrazioni dei figli delle coppie dello stesso sesso che anche qui a Palermo ha preso piede?”.