PALERMO- “Santo, santo, santo è il Signore…”. Un padre e una madre che hanno perso una figlia pregano e lodano Dio. Maria Grazia è stata strappata all’amore dei suoi. Papà e mamma sussurrano i salmi, seduti sulla prima panca della chiesa del Sacro Cuore alla Noce, tenendosi per mano. Qualcuno osserva. Tenta una giustificazione incredula: “Sono in un cammino di fede”. E’ una frase che serve per rendere più vicino quello che il cuore, guardando, non comprende. E’ il momento della preghiera, con la sua promessa di pace, anche se la figlia che ami è morta in un incidente stradale all’Addaura. Aveva venticinque anni. Tutti le volevano bene. Maria Grazia Modesto era la gioia del presente e la promessa del dopo. Bellissima, con i suoi occhi profondi e i suoi lineamenti aggraziati. Cara alla folla che riempie le navate della parrocchia.
La figlia che ami. Non la figlia che amavi. Sarà l’amore ininterrotto a dare il paradiso e l’inferno a due genitori bravi e coraggiosi. L’amore che coltiva la gioia di ritrovare qualcuno che è stato smarrito, ma solo nei sogni, nei pensieri, nel profilo di sfuggita che sembrerà eternamente cucito alla porta di casa. Papà e mamma pregano: “Santo, santo, santo….”. Lui è un uomo magro. Porta gli occhiali. Regge l’urto con la forza delle spalle. Lei è una dolcissima donna che cerca di sostenersi, mentre si aggrappa al marito, roccia incrollabile, con tutta la sua magrezza.
La macchina della funzione funebre prende le mosse, prima dell’inizio, alle undici meno venti. Un sole cattivo. Il coro che prova i canti con l’organo a manetta. Un bambino con una scopa verde che ramazza il cortile della canonica. Ci sono ragazzi che piangono, mentre aspettano il feretro. Una ragazza con una maglietta a pallini rosa è disperata. A ogni persona che incontra lascia l’orma di un abbraccio e le sue lacrime. Alle undici meno dieci, arrivano due frati che concelebreranno con padre Daniel Moraru ed è come se calassero da una consolazione lontana, portando speranza. Sono accolti con visibile sollievo.
Alla camera ardente dei Rotoli c’erano soprattutto i giovani, i compagni di viaggio contemporanei di Maria Grazia. Oggi ci sono pure i grandi, tra parenti e vicini. Anziani che si sostengono con un bastone. Padri di mezza età, madri che alternano il silenzio e il pianto. E’ impossibile affrontare la cerimonia da impassibili. Questo funerale è una rappresentazione di sincero strazio. Non c’è antidoto. Nessuno è immune.
All’altare, la bara con la foto, le firme e un foglio con parole d’amore scritte a mano, firmato “Frank”. Ci sono palloncini a forma di cuore con su messaggini di commiato. Padre Daniel affronta una difficile omelia. Prende lo spunto dal vangelo di Matteo: “Tenetevi pronti perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate”. “Maria Grazia era pronta per il Signore – dice Daniel – la sua vita e il suo cammino lo testimoniano. Stava conducendo un vero percorso spirituale. I genitori soffrono perché pensavano giustamente che sarebbe cresciuta, che si sarebbe sposata, che avrebbe avuto dei bambini. Ma devono credere che ora lei è accanto a Dio e che un giorno la ritroveranno. Quello che è successo, ragazzi, interroga la vostra esistenza. Dovete ascoltare ciò che il vostro corpo suggerisce. Se siete stanchi, meglio non guidare, meglio riposare. Troppi giovani muoiono in un incidente”.
“Santo, santo, santo”, la preghiera è una marea che si alza tra le navate, invase dall’odore dell’incenso per la benedizione finale. Papà e mamma si perdono nella stretta degli abbracci. Un ragazzo con i baffi si china sulla bara bianca e la bacia, lì dove potrebbero esserci le labbra. E’ Frank.
Mentre le esequie si spengono, Maria Grazia continua a sorridere su Facebook, in un tacito passaparola di affetto. Gli amici hanno aggiornato le bacheche con la sua foto. Viviana, Monica, Francesco, Piero la condividono, come bandiera di qualcosa che è immortale. Francesca scrive: “Insegna agli angeli a sorridere”. Qualcuno aveva dipinto col pennarello su un palloncino: “Sei la nostra luna”. In rete, negli abbracci, negli occhi che piangono, nel cuore di papà e mamma e in qualunque luogo ci sia voce per la speranza, la luna di Maria Grazia continua a splendere.