CATANIA – “Un appello a gran voce per un tavolo che metta insieme tutte le istituzioni e le forze sociali per trovare un futuro all’aeroporto di Catania e impedendo, al contempo, di mettere a rischio la concessione quarantennale firmata con l’Enac”. È stato questo il coro a due voci che il presidente della Sac, Salvatore Bonura, e l’ad, Gaetano Mancini, hanno lanciato durante la conferenza stampa che si è tenuta stamattina a una settimana esatta dall’annuncio del governatore Crocetta che stoppava la quotazione in borsa di Fontanarossa: “I rappresentanti della Regione Asi – Irsap, Camere di Commercio, i commissari dei comuni, hanno bocciato – scriveva Crocetta – il tentativo di vendere le azioni dell’aeroporto di Catania ai privati, senza procedere come è più giusto e trasparente, a una asta pubblica per la gestione dello scalo. Qualcuno aveva voluto ipotizzare che la Regione non procedesse addirittura all’insediamento degli organi di rappresentanza delle Camere di Commercio e all’accorpamento delle stesse, per favorire un’“OPA” sull’aeroporto. Dopo un punto di chiarezza – continuava la nota – adesso è possibile unificare le Camere di commercio e legittimamente avviare la costituzione degli organi”.
A pochissime ore un comunicato della Sac confermava la stessa volontà espressa dall’assemblea Sac precisando che si sarebbe proceduto con “la privatizzazione della società mediante cessione delle azioni”. Stamattina negli uffici della Sac SpA Bonura e Mancini hanno convocato i giornalisti per mettere i punti su alcuni, e notevoli, problemi finanziari in cui rischia di ritrovarsi l’aeroporto catanese a causa della mancata quotazione in borsa. Per l’esattezza 105 milioni di euro di problemi finanziari, quelli che mancano per garantire gli impegni controfirmati con l’Enac a fronte della concessione. Di questi 165 “ne abbiamo in pancia 60 – precisa Bonura – e sono quelli che abbiamo ottenuto con il prestito concesso dalle banche. Quindi bisogna trovare altri 105 milioni. Lo stop alla quotazione in borsa ha creato un problema che bisogna risolvere non tra due anni, ma subito. Perché l’accordo di programma si farà a novembre. Per noi (Bonura e Mancini, nda) va bene la borsa, va bene la privatizzazione, va bene tutto purché le situazioni che si individuano siano in grado di risolvere questo problema. Ecco il perché del nostro appello che facciamo a tutte le istituzioni, a tutte le forze sociali”.
“L’opzione quotazione era stata sollevata a dicembre 2015 – ha sottolineato Mancini – ed era stata indicata dai soci (commissariati). Cambiare questo obiettivo a fine percorso è pericoloso. E la società (Sac) non può rischiare di indebitarsi. Tutto quello che stiamo facendo lo facciamo per il bene della società. E se si riterrà opportuno coinvolgerci in questo tavolo, noi parteciperemo offrendo la nostra esperienza”.
Se la quotazione andata persa pesa sul piatto della bilancia, le parole con cui il presidente della Regione Rosario Crocetta ha parlato di vendite sottobanco grava moltissimo sui dati che sono stati offerti oggi. E la risposta di Mancini non lascia dubbi in merito: “Penso che non si possono dire delle cose se non si hanno delle prove concrete. Lasciamo perdere gli amministratori che hanno le spalle per sopportare queste cose, ma ci sono tanti funzionari – ha precisato l’ad di Sac – che hanno lavorato in modo alacre e trasparente per raggiungere un obiettivo che ci era stato dato dall’assemblea dei soci. Sentir parlare di finte privatizzazioni è una cosa che fa male e se qualcuno ne è a conoscenza l’invito è quello di andare alla Procura della repubblica. Se invece non si hanno notizie di reato l’invito che noi facciamo è quello di abbassare i toni in modo da garantire a questa società la possibilità di continuare a lavorare. In questi ultimi anni la Sac ha portato 500mila stranieri in più nel nostro territorio. Noi non siamo innamorati né della borsa né della privatizzazione, ma solo dall’esigenza di capitalizzazione della società da fare in tempi brevi. Quindi basta alle polemiche ma via al tavolo tecnico”.
Bonura e Mancini parlano da amministratori ma lo fanno nel ruolo di chi lavora per un mandato quasi scaduto. Da qui a una quindicina di giorni, infatti, dovranno lasciare le loro poltrone a qualcun altro. In effetti il loro mandato era scaduto a giugno 2015 ma si era riusciti a prorogare di un anno i termini di scadenza. “Le cariche dell’aeroporto di Catania – aveva dichiarato Agen a LiveSiciliaCatania nel mese di febbraio – da un punto di vista tecnico sono scadute a giugno 2015. Si sono fatti fare un parere pro veritate da un avvocato e si sono protratti le cariche per un anno”.
Ed forse per questo che non è di competenza dei due amministratori né predisporre questo tavolo tecnico né sindacare su quanto deliberato dall’assemblea dei soci. Anche se sembra poco usuale che un CdA contesti le scelte di chi rappresenta. Eppure la domanda più importante è capire quanto vale la Sac oggi e se il suo valore è aumentato o diminuito nel corso degli anni. Secondo i dati offerti stamattina i bilanci sono stati chiusi in positivo con numeri che si aggirano per ogni anno in circa un milione mezzo di euro. “Il primo dei nostri diritti – ha dichiarato Bonura – è quello di affermare la verità. La Sac sarebbe una società che produce perdite e io rispondo dicendo che ha chiuso il bilancio sempre in utile con oltre un milione e 400mila euro nel 2014 e un milione e mezzo di euro nel 2015”. E c’è di più stando ai dati illustrati da Mancini (vedi scheda) con cui si individuava in 6,4 milioni il fatturato del 2006; e con +16,3 milioni di euro/anno per gli anni successivi, dal 2006 al 2015. Passando da 55 mln di fatturato nel 1007 ai 61,7 mln nel 2015”.
Ma l’aeroporto e l’accorpamento delle Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa sono collegati oppure no? Se per mesi questa associazione è sembrata un accostamento di parte, da una settimana a questa parte le due cose sembrano legate a doppia mandata. Vuoi per le dichiarazioni rilasciate alla stampa da Crocetta con cui queste due realtà sono state messe insieme facendo dall’una dipendere l’altra. Vuoi per quelle che, sempre il governatore, ha rilasciato contro Ivan Lo Bello – il quale in qualità di presidente della Camera di Commercio di Siracusa, fa parte dei soci della Sac -, ricevendo in cambio una promessa di querela. Ma soprattutto perché all’indomani di queste dichiarazioni il governatore i decreti li ha firmati o fatti firmare. Tutti? Così pare anche se ancora la certezza c’è solo per il decreto che sancisce l’accorpamento di Palermo ed Enna. Quello che dovrebbe unire Catania, Siracusa e Ragusa è dato per firmato dai bene informati e non è ancora stato pubblicato solo perché sta seguendo l’iter di legittimità da parte della ragioneria regionale.
Dall’altro lato però qualche dubbio c’è: “È solo in bozza e al momento non esiste” ha affermato Bonura stamattina. “Se fosse stato firmato le associazioni ne avrebbero avuto notifica, e così non è”.
Di certo c’è che stamattina l’assessore regionale alle Attività Produttive, Mariella Lo Bello, ha incontrato i rappresentati di Confindustria per un altro tavolo, quello dell’accorpamento.