Tema: Semu Ricchi e Nuddu ù sape.
Svolgimento: In un mondo in cui se riesci a farti bastare lo stipendio diventi un eroe, il minimo dico io, è che si vengano a formare delle sottoculture. Se a Londra fa figo avere un loft sul Thames e a Parigi fa figo frequentare caffè letterari, a Palermo, città famosa nel mondo per il modo tutto suo di affrontare la realtà, la sottocultura principe è quella composta da personcine molto a modo che dedicano la propria vita all’apparire. Siccome per l’appunto questi esemplari rari si trovano a pascolare solo a Palermo, posseggono una denominazione sicula: i Bbaièccati.
Il Bbaièccati, generalmente figlio di un altro Bbaièccati, impara sin dai primi anni l’arte dello scassamento di balle acrobatico, rovinando l’esistenza a compagni di scuola, maestre, tate e tutti coloro che si trovano malauguratamente a condividere con lui stesso luogo e stesso momento. La parola in assoluto più pronunciata da questi teneri, piccoli palermitanini-ini-ini è “voglio”, seguito da “non sono stato io”, il tutto colorito da amorevolissime parolacce. Ovviamente i gentili procreatori sono fieri delle loro malefatte, dunque non puniscono o rimproverano mai, anzi direi che incoraggiano.
Fisicamente il Bbaièccati è magrolino, porta e porterà sempre i capelli lunghi spettinati ad hoc e veste Ralph Lauren. Durante il primo ventennio dedica la sua vita allo sport, infatti va sempre ad infastidire i coetanei che giocano a calcetto, tira palline ai tennisti, cercando possibilmente di prenderli in testa e nella piscina del circolo si tuffa bomba vicino le signore. Ovviamente passa all’Università dai 10 ai 15 anni, vivendo con i genitori fino ai 40, genitori che spesso sono anche i sacrificati sponsor ufficiali delle loro vite da miliardari.
Quando il Bbaièccati è ormai maturo per poter uscire di casa sfoggiando un impeccabile guardaroba e un foglio di carta dove c’è scritto di chiamarlo Dottore, vediamo come questo interessante amico passa il suo tempo.
Non lavora mai, anche se comunque finge di farlo spesso in prestigiosissimi studi legali o di architettura e nel frattempo “si occupa delle proprietà di famiglia” (sto citando) ma non è colpa sua, è che viene coinvolto in pranzi da Di Martino, appuntamenti dal commercialista, aperitivi in via Garzilli e inaugurazioni di negozi a cui non può proprio mancare.
Lo incontreremo sicuramente il venerdì mattina a far colazione in via Belmonte o da marzo in poi a Mondello e ti dirà che doveva andare a controllare il gommone al rimessaggio, chiacchiererà con fare grave di politica e società, ma soprattutto, tenendo sottobraccio il Sole24ore, parlerà di tutte le cose che in quel momento non sopporta, cose importantissime. Infatti, premesso che il Bbaièccati snobba in modo chiaro ed inequivocabile, lui snobba locali, persone, vestiti, città, snobba perfino idee. Dobbiamo però precisare per dovere di cronaca che il Bbaièccati del 2000 è sensibilmente diverso dal Cacauova degli anni 90, poiché segue le tendenze e sta al passo con il villaggio globale. Quando, come in questo momento, la crisi va molto di moda, il Bbaièccati snobba il proprio passato proponendoti contorsioni linguistiche su quanto sia figo vivere in economia e buon gusto. Abbandonate le cene di Sushi, adesso preferisce di gran lunga il Centro Storico dove però un cocktail costa ventitreeuroenovanta.
Ora si abbiglia di conseguenza, i completi blu e le camicie slim-fit sono finiti in fondo alla cabina armadio e la BMW in fondo al garage, ha inoltre deciso che non ci vede nemmeno più e indossa un paio di occhialoni in cellulosa nera stile anni ’60 che manco Maria l’orba della Vucciria.
Ciò accade perchè il nostro eroe non ha filosofie di vita che sono proprio sue sue. Cerca di assorbire al massimo l’atteggiamento dei venticinquenni, invidiatissimi concittadini che non avendo problemi di sorta, sono liberi occuparsi del nulla cosmico. Intrufolandosi nei loro ambienti e copiandone lo slang il caro Bbaièccati si sente perennemente giovane.
Per questo motivo, è normalmente single con riserva, è infatti apparentemente sempre alla ricerca di una potenziale compagna, ma sa che la moglie è tutta un’altra storia. La donna ideale per il Bbaièccati, è una femmina della sua stessa specie, colta ed elegante, facilmente riconoscibile se si fa attenzione ai seguenti particolari: abbronzatissima anche in inverno perché il weekend va a mare, mocassino e pantalone a sigaretta, capello fluente di parrucchiere, parlata a culo di gallina, borsa Chapeliér, trucco invisibile, avvocato o architetto, anche lei solo in teoria.
Il problema è che solitamente lei nemmeno lo guarda, e se lo guarda, si gira dall’altra parte. Può però accadere che lei cede, e dopo aver sfornato un altro paio di Bbaièccatini, divorzia e letteralmente gli suca l’anima. Ma siccome lui è miliardario non è un problema.
La favola di tutto questo, è che chi non lo è, può star certo che non verrà mai e poi mai confuso con un Bbaièccati, ed inoltre, in momenti particolarmente arraggiati della nostra vita, possiamo sempre metterci accanto a loro e sussurrargli all’orecchio: “ma bbaieccati”.