PALERMO – Il piano rifiuti della Regione, ancora in fase di stesura, resta sotto la lente di ingrandimento dei pubblici ministeri di Palermo. La nuova conferma arriva dall’audizione dell’assessore regionale all’Energia, Alberto Pierobon.
Ad una domanda dei pubblici ministeri, di cui non conosciamo il contenuto, lo scorso 28 gennaio, Pierobon risponde: “In effetti ho chiesto a Paolo Arata di farmi avere una breve relazione sulla tecnologia del trattamento energetico da rifiuti Forsu, ma non era legato al progetto portato avanti da Arata con la Solgesta”.
La Solgesta è una delle aziende che il professore genovese, sotto processo per corruzione, gestiva con Vito Nicatsri, che ha patteggiato la pena. Perché Pierobon si rivolse ad Arata? “Lo ritenevo competente sulla base dei titoli di cui lo stesso si vantava. Per la redazione del piano rifiuti mi rivolsi solo ad Arata per avere relazioni tecniche”.
Il tema su cui lavorano in gran segreto i magistrati di Palermo sarebbe l’eventuale interesse di Nicastri a fare inserire nel piano qualcosa di suo interesse. Sul punto Pierobon ha precisato che “il piano rifiuti e tutti i provvedimenti assunti vanno nella direzione opposta agli automatismi imprenditoriali dei privati, come Arata”. Ed ecco il cuore dell’indagine: chi potrebbe beneficiare di questi eventuali automatismi? Qualcuno vorrebbe che fossero inseriti nel piano?