L’attacco terroristico |Il racconto dei catanesi

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14 Novembre 2015, 14:55

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CATANIA – È l’1:02 di notte e Salvo comunica ai suoi amici Fb di stare bene. Anche il social network più seguito del globo alla luce degli attacchi terroristici francesi cerca un contatto con tutti gli utenti presenti nella zona colpita ieri dai terroristi artefici della carneficina che ha pugnalato al cuore Parigi.

“Stai bene? – chiede Fb – Sembra che ti trovi nell’area colpita da attacchi terroristici. Comunica che stai bene”. E come Salvo, tanti i catanesi a Parigi che hanno rassicurato amici e famiglia tramite i social network, come Agrippina studentessa Erasmus all’Universite Paris Ouest Nantorre La Defense che così scrive: “Qualche giorno fa parlavo delle fitte al cuore che ho provato vedendo i luoghi di Charlie Hebdo, non immaginavo di vivere quel dolore così da vicino”.

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Paura, anzi terrore. Terrore nelle parole di chi c’era, paura nelle parole di amici e familiari che inondano le bacheche social dei propri cari di frasi come: “torna il prima possibile”, “rientra a casa appena puoi”, “guardati sempre alle spalle”. Ma il terrore si legge anche nei silenzi, come in quello di Davide, catanese da qualche tempo emigrato a Parigi per lavoro. Davide infatti ha rassicurato di stare bene tramite la notifica Facebook, ma poi il silenzio, soltanto un’immagine postata sulla sua pagina: la Torre Eiffel spenta, con un cielo nero alle spalle.

Oggi Parigi piange, ma forse lo fa nella propria intimità, senza strazi plateali: “faccio un giro nel quartiere – scrive Salvo – i negozi riaprono, la gente li popola come sempre. Chi compra il pane, chi il giornale, chi entra al bar per un caffè. Tutto normale se non fosse per l’incredibile silenzio generale. Surreale direi. Non ci sono dibattiti. Solo silenzio. Un incredibile silenzio che difficilmente dimenticherò”.

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14 Novembre 2015, 14:55

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