Le ‘graticole’ e i 524 grandi elettori | La democrazia in salsa grillina

di

29 Dicembre 2016, 17:58

3 min di lettura

PALERMO – La chiamano “politica dal basso”. “Democrazia diretta” che si traduce nella formula salvifica dell'”uno vale uno”. L’aritmetica ha le sue leggi, ma se dalle cifre si passa alle scelte della politica il passo è arduo e i numeri non sempre sono di conforto. Può accadere così che una buona fetta del destino della quinta città d’Italia venga affidata a 524 ‘grandi elettori’ di una realtà che potrebbe diventare la prima forza politica del Paese. L’esperimento è andato in scena a Palermo, dove il Movimento cinque stelle ha scelto la rosa dei cinque nomi (FOTO) da cui verrà pescato il jolly del candidato sindaco per le Amministrative di primavera.

L'”uno vale uno”, però, porta a numeri impietosi: 524 iscritti al blog di Beppe Grillo, cifra pari allo 0,09% dei 564mila palermitani aventi diritto al voto, hanno tracciato la linea politica di un Movimento che secondo gli ultimi sondaggi nazionali viaggia su binari che lo porterebbero oltre il 40%. Tanto meglio non era andata pochi mesi fa a Roma, dove 3.272 attivisti scelsero la rosa di sei candidati da cui venne fuori Virginia Raggi: erano lo 0,13% di un corpo elettorale che superava i 2,3 milioni. In riva al Tevere come a Palermo il futuro amministrativo e la democrazia diventano un fatto di nicchia: poco resta della partecipazione vista a settembre sul prato del Foro Italico per ‘Italia a 5 stelle’, quando lo scandalo firme false era ancora ‘in nuce’. Il caso sollevato dalle Iene e le divisioni interne hanno fiaccato la voglia di partecipazione di molti attivisti.

Sciolto l’entusiasmo di un tempo, tra i grillini ‘Made in Palermo’ sono rimaste le strategie e i sospetti tipici dei partiti tradizionali, veicolati nell’etere attraverso post Facebook o chat di gruppo. A contendersi la palma di candidato sindaco saranno in cinque ma i rumor parlano di una sfida tra l’avvocato fondatore di Addiopizzo Ugo Forello e il poliziotto Igor Gelarda. Legalità e sicurezza riemergono dal pentolone della storia di una Palermo che sembra non riuscire a vivere una vita normale e rispettosa delle regole senza doversi rifugiare nel pur sacrosanto totem della lotta alla criminalità. Le Comunarie non hanno sepolto l’ascia di guerra tra i fedeli al gruppo dei deputati nazionali vicini a Nuti e gli attivisti locali in rotta con i parlamentari eletti nel 2013. A Forello, Gelarda, Giulia Argiroffi, Giancarlo Caparrotta e Tiziana Di Pasquale il compito di provare a ricucire e a rinsaldare le truppe sotto la bandiera a cinque stelle.

Articoli Correlati

L’ultimo voto all’ombra di Monte Pellegrino risale al febbraio del 2013: erano le Politiche e il Movimento, che alle Amministrative di un anno prima non era andato oltre gli undicimila voti (4,2%), in città sfondò il muro delle 105mila preferenze arrivando al 32,8%. A distanza di quasi quattro anni il voto delle Comunarie, lanciato da Grillo tra Natale e Capodanno, dice che 524 attivisti hanno deciso per quella consistente fetta di elettorato. E’ la regola dell'”uno vale uno” e chi non c’è ha torto. Una legge contrapposta alla democrazia indiretta dei partiti tradizionali in cui “la base” affida le proprie scelte a un gruppo dirigente legittimato da un voto assembleare. Il tutto condito da un beffardo scherzo del destino, nato dall’incrocio con la legge sulle quote rosa in politica, che porterà in lista tutte le donne a prescindere dai voti raccolti sulla piattaforma Rousseau. Anche la democrazia diretta ha i suoi difetti.

La corsa, però, è appena iniziata per i cinque aspiranti alla poltrona di sindaco: sul loro cammino l’ostacolo della ‘graticola’, altro condimento della politica in salsa grillina. I cinque dovranno sottoporsi al fuoco di fila delle domande degli attivisti, presentare il loro curriculum e la loro idea di governo di Palermo. Arriverà anche la seconda votazione, quella decisiva, e la politica tornerà a recitare il mantra dell'”uno vale uno”.

Pubblicato il

29 Dicembre 2016, 17:58

Condividi sui social