Le Iene finanziano la ricerca |del pescatore scomparso

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27 Gennaio 2017, 05:02

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CATANIA – La verità sulle sorti di Giovanni Costanzo, il pescatore 62enne catanese rimasto disperso nel naufragio del peschereccio Santo I, potrebbe essere vicina. Nella giornata di mercoledì, si è svolto un incontro negli uffici della capitaneria di Porto di Catania con lo scopo di organizzare i dettagli inerenti l’ispezione che tra pochi giorni verrà eseguita negli interni dell’imbarcazione affondata a largo di Portopalo il 28 giugno del 2016. L’operazione – come conferma anche a LiveSicilia, il contrammiraglio Nunzio Martello – verrà finanziata dalla trasmissione televisiva di Italia 1 “Le iene” che lo scorso dicembre aveva dedicato un servizio sul caso del pescatore scomparso. Perché solo attraverso un’attenta ispezione dell’interno del relitto – finora mai realizzata – si potrà, infatti, scoprire se il corpo del pescatore è effettivamente rimasto dentro la barca. 

Ad immergersi nei fondali delle acque di Portopalo di Capopassero sarà una squadra di sub altamente specializzata di Catania. All’incontro di mercoledì erano presenti il legale della famiglia del pescatore, Antonio Giuffrida, il comandante della capitaneria Salvatore Cilona e un inviato de le Iene. Nel corso del servizio andato in onda, l’inviata del programma aveva proposto alla famiglia, impossibilitata sul piano economico e senza essere riuscita a trovare un punto d’incontro con l’armatore, di andare a ispezionare su loro iniziativa il relitto. Ad accompagnare i sub e gli inviati del programma televisivo sarà molto probabilmente il fratello del pescatore scomparso.

Una dolorosa vicenda avvolta ancora nel mistero e rimasta impantanata tra le leggi e l’assenza di risorse finanziarie. Il recupero del natante affondato dovrebbe, infatti, spettare al titolare della barca, l’armatore che però non disporrebbe del denaro necessario per effettuare le delicate operazioni, come lo stesso aveva confermato nel corso del servizio de Le iene.

“Speriamo – dichiara il legale della famiglia del pescatore, Antonio Giuffrida – che questa ispezione possa consentirci di rinvenire il corpo del povero comandante. Ringraziamo la trasmissione televisiva le Iene per il grande interesse dimostrato. È grazie a loro che a giorni si eseguirà l’ispezione”. Ma dopo l’operazione dei sub “continueremo a lottare – prosegue – per ottenere un finanziamento, ci auguriamo dalla Regione, e recuperare il relitto affondato in cui crediamo risieda la verità per la risoluzione del caso”.

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I familiari da mesi insistono perché si faccia piena luce sull’accaduto. Sono ancora troppi i dubbi rimasti irrisolti riguardo al naufragio che ha sconvolto per sempre le loro vite. A partire dalle versioni discordanti rilasciate da due superstiti: l’italiano – come ha riportato il servizio andato in onda a “Le iene” – assicura di avere visto l’ultima volta il capitano ancora all’interno della cabina, intento ad effettuare le manovre per cercare di mettere in salvo il moto peschereccio che stava già imbarcando acqua a causa del forte maltempo. L’altro, di origini straniere, invece, avrebbe raccontato ai familiari di avere visto fuori dalla cabina il capitano. Sul terribile incidente la procura di Siracusa ha anche avviato un’indagine i cui atti rimangono al momento secretati. La cosa certa è che i figli, i fratelli e la moglie di Costanzo non riescono a rassegnarsi all’idea di non avere neppure un corpo su cui piangere.

LA TRAGEDIA – Una vita dedita alla pesca in mare quella di Giovanni. Quel giorno il pescatore detto “Pricipizio” era partito di buon ora per una battuta di pesca accompagnato dal suo equipaggio, composto da un italiano e uno straniero. Nella mattinata la sua imbarcazione, Santo l, a causa del maltempo, ha iniziato ad imbarcare acqua finendo per inabissarsi a un centinaio di metri di profondità e a dieci miglia della costa siracusana. Complice quasi certamente un’onda anomala che non avrebbe lasciato scampo. I due marinai che si trovavano a bordo dell’imbarcazione sono stati invece tratti in salvo: erano riusciti ad aggrapparsi ad una tavola di legno in attesa che arrivassero i soccorsi. Di Giovanni Costanzo, invece, nessuna notizia.

 

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27 Gennaio 2017, 05:02

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