CATANIA – Un’unica ‘famiglia’ ma non sempre unita. E’ la cosca Santapaola-Ercolano legata non solo da un patto mafioso ma anche da un vincolo di sangue che ha la sua origine dalle tre sorelle D’Emanuele, che sposarono i padri dei più importanti padrini di Catania: Nitto Santapaola, Pippo Ercolano e Pippo Ferrera. Ma passano le generazioni e il sangue non è sufficiente a tenere unite le famiglie, in particolare i Santapaola e gli Ercolano che rappresentano Cosa nostra a Catania. Negli ultimi quindici anni si sono alternati momenti di tensione (sfociati anche in guerre armate) a periodi di fredda intesa.
Un divisione familiare che affiora anche nelle carte dell’ultima inchiesta dei Ros denominata ‘Chaos’. In particolare quando si sviscera l’apparato investigativi relativo alla figura di Antonio Tomaselli, storicamente vicino alla frangia degli Ercolano, e ritenuto il nuovo capo della “carta” della famiglia di Cosa nostra. Ma il suo ruolo di vertice potrebbe significare molte cose sul punto di vista degli assetti di potere tra le due fazioni.
L’ex esattore del pizzo Salvatore Bonanno, da poco entrato nel programma dei collaboratori di giustizia, riferendo sul ruolo del boss (finito in carcere nell’ambito dell’inchiesta dei Ros) racconta che “Antonino Tomaselli è un esponente della famiglia Ercolano”. Ma spiega anche che “gli Ercolano sono uniti ai Santapaola ma i due gruppi hanno i loro affari personali, le loro estorsioni, i loro appalti”.
I rapporti di forza di Tomaselli con gli Ercolano sono spiegati anche dall’ex reggente di Cosa nostra Santo La Causa che già nel 2012 raccontava ai pm della Dda di Catania che il boss (conosciuto come capelli bianchi o penna bianca, ndr) “è molto vicino agli Ercolano”. Il pentito Carmelo Aldo Navarria, ex killer dei Malpassotu ed ex referente dei Santapaola a Belpasso, fa un passo avanti creando un collegamento sugli assetti mafiosi all’interno della cosca e il rapporto personale tra i nuovi eredi dei padrini. Parlando degli attriti tra reggente di “sangue” Francesco Santapaola (detto Coluccio) arrestato nel blitz Kronos e Antonio Tomaselli, fa un parallelismo tra i dissidi interni, da sempre esistenti tra le due famiglie. Sottolinea infatti che “in realtà, il contrasto tra Santapaola e Tomaselli riflette quello storico tra i Santapaola e gli Ercolano, Tomaselli, in particolare, è più vicino agli Ercolano per come ho appreso da Francesco Santapaola ma come sapevo anche io da altre fonti”.
Un riscontro oggettivo a questo forte legame con gli Ercolano si evince anche dalle indagini tradizionali, le cimici del Ros registrano una consegna. Si ipotizza di denaro. Somme che sarebbero state destinate alle tasche del boss e in parte anche ad “Aldo” (Per gli investigatori chiaro è il riferimento ad Aldo Ercolano). Tomaselli poco dopo sarà infatti pizzicato di sera a casa della madre di Aldo e Mario Ercolano, figli di Sebastiano (fratello del defunto Pippo).
Il pentito Bonanno poi spiega la ripartizione dei ruoli e anche degli introiti illeciti delle estorsioni. Nel verbale dello scorso settembre l’ex esattore del pizzo racconta ai magistrati che “Tomaselli si occupa di tutto ma per conto della famiglia Ercolano”. Il collante tra le due famiglie sarebbe “Luca Marino (referente di San Giovanni Galermo) ha contatti anche con Tomaselli. Si vedono spesso e fanno affari insieme”. Bonanno è più dettagliato: “Luca Marino fa estorsioni con il Tomaselli. I proventi di queste estorsioni vengono divisi tra gli Ercolano rappresentati da Tomaselli e i Santapaola, rappresentati da Luca Marino che fa capo a Rosario Lombardo”.