PALERMO – Sui muri di Palazzo dei Normanni non ci sono ancora le targhe che sanciscono l’esistenza dei gruppi che già quello di Forza Italia, il più numeroso della maggioranza, soffre per i mal di pancia di alcuni suoi componenti. Dopo la spaccatura sul disegno di legge per abolire la doppia preferenza di genere e lo scivolone in prima commissione per il no alla legge sul terzo mandato dei sindaci nei piccoli comuni, c’è un nuovo caso che sta creando scompiglio all’Ars: le nomine per la Commissione Antimafia. I designati, scelti per il loro profilo giuridico, dovrebbero essere Tommaso Calderone e Rossana Cannata. Eppure qualcosa potrebbe cambiare. Pare infatti che il capogruppo azzurro, Giuseppe Milazzo, non abbia apprezzato, la posizione contraria assunta dalla parlamentare regionale sul disegno di legge per abolire il voto di genere e così sarebbe pronto a sostituirla con il “fedelissimo” Stefano Pellegrino, a cui però è già stata assegnata la presidenza della Commissione Affari Istituzionali.
E c’è chi è pronto a scommettere che nel caso in cui Cannata dovesse restare esclusa dai giochi, anche Calderone farebbe un passo indietro in segno di protesta. “Non arriveremo a tanto – si augura Calderone -. Il profilo di Rossana Cannata è ideale per il ruolo e i nomi designati sono quelli. In questo momento il problema non si pone. L’orientamento è Calderone-Cannata”. Anche la collega è d’accordo: “Non c’è niente di ufficiale – spiega – ma si tratta di una nomina che combacia con il mio profilo giuridico, quindi mi auguro che non si arrivi a ‘punizioni’ non previste”.
Un motivo per preoccuparsi i due parlamentari ce l’hanno, perché qualche giorno fa hanno firmato, assieme ai colleghi di Forza Italia Marianna Caronia e Riccardo Gallo, un comunicato stampa con cui chiedevano, ufficialmente e soprattutto pubblicamente, al capogruppo di convocare immediatamente una riunione per “concordare una linea politica – hanno scritto – che, considerato il momento storico territoriale, sia in grado di rispondere a emergenze quali: la povertà, l’occupazione, le disabilità, il precariato, l’assenza di sviluppo, la mancanza di infrastrutture, il ritardo nella spesa comunitaria, la mancanza di risorse per i Comuni, il taglio dei servizi essenziali, i rifiuti e l’emergenza idrica”. L’invito, esteso a tutti gli assessori di riferimento, “rappresenta un chiaro messaggio di vicinanza al territorio che, il gruppo parlamentare più numeroso della maggioranza, estende anche al Governo regionale”, concludevano.
“Niente di strano”, dicono adesso. “In tutti i campi, i cittadini ci chiedono presenza e noi vogliamo dare maggiore impulso alle iniziative politiche di Forza Italia con una maggiore coesione tra di noi. Data la grossa disaffezione della gente per la politica ho ritenuto di fare questo passo”, spiega Calderone, a cui fa eco Cannata: “In un momento così importante serve confronto e non iniziative singolari come quelle portate avanti sino a oggi. Abbiamo bisogno di compattezza e lo dimostra il disagio del partito”. Disagio che deriva dalle due batoste consecutive proprio nella prima Commissione di Stefano Pellegrino: dopo la bocciatura del disegno di legge sul terzo mandato per i sindaci dei piccoli Comuni, firmato da Luigi Genovese, lo scivolone con il ddl per abolire la doppia preferenza di genere, che sarebbe arrivato direttamente all’ordine del giorno, senza compiere i passaggi previsti dal regolamento dell’Ars.
“Sono entrambe – aggiunge Marianna Caronia – iniziative di cui abbiamo appreso dalla stampa. Qui sono settimane che non si vede nessuno ‘dei big’, né Gianfranco Micciché né il capogruppo Milazzo. Sono tutti in campagna elettorale per il 4 marzo. Anche per la composizione delle liste del partito non siamo stai mai coinvolti. La commissione sul randagismo o la nomina di un consulente addestratore di cani? Mai consultati. Mi auguro che dopo le Politiche le cose possano tornare a funzionare normalmente. E che si svolga la riunione che abbiamo richiesto”.
Un tentativo di riunirsi c’è stato, subito dopo la nota inviata alla stampa, ma all’incontro che si è svolto in Ars non c’era il presidente Micciché e non c’era lo stesso capogruppo Milazzo. Quindi? Tutto rinviato. E anche se non c’è nessuno pronto a dirlo chiaramente, non è escluso – fanno sapere – che ci sia anche qualcuno pronto a passare al gruppo Misto pur di rivendicare la propria autonomia. A meno che non sia lo stesso Milazzo ad essere sollevato dal suo incarico.