“Non ci siamo. Il suggerimento di Cascio è inefficace. Azzerare senza cambiare nulla non serve a niente”. Con queste parole il capogruppo del Pdl all’Ars Innocenzo Leontini ha replicato alle dichiarazioni del presidente dell’Ars e suo collega di partito Francesco Cascio che aveva, di fatto, sostenuto la necessità di “azzerare i vertici del partito”. “Ma cambiare i nomi – replica Leontini – non è cambiamento. La modifica del sistema, invece, è cambiamento. Le impostazioni diverse sono cambiamento.”.
E le “impostazioni diverse” cui fa riferimento Leontini, sono legate a vecchie proteste sollevate nei mesi scorsi da diversi dirigenti siciliani del partito, che hanno lamentato, spesso, un disinteresse per le realtà locali e l’abitudine a operare con scelte calate dall’alto. “Partiti che fanno le loro scelte in solitudine e le fanno apprendere ai loro dirigenti attraverso le colonne dei giornali – dice infatti Leontini – oppure a Porta a Porta, cosa risolvono se mettono Tizio al posto di Caio? Anche Tizio, come Caio, continuerà a esser preso a pesci in faccia da un elettorato che non gradisce più nulla”.
Insomma, la replica a Cascio somiglia sempre più a un atto d’accusa anche nei confronti del segretario del partito Angelino Alfano, molto vicino allo stesso presidente dell’Assemblea regionale.“Battiamoci subito – prosegue Leontini – per cambiare la legge elettorale nazionale, che ha annullato un’intera classe parlamentare sottraendola alle scelte del popolo e rendendola ostaggio dei vertici. Impegniamoci fino allo spasimo a imporre che nei partiti si ascolti il basso, il popolo, i gruppi locali, provinciali e regionali”.
Ed ecco il nuovo affondo. Che tocca una questione che davvero non è andata giù a diversi esponenti azzurri dell’Isola: “Facciamo sì – dice infatti Leontini – che non si impongano altri Costa dall’alto, specie dopo tradimenti iniziali. Investiamo tutto sul riscatto di una Sicilia distrutta da Lombardo e dai suoi governi. Prendiamo le distanze anche da Monti, quando penalizza la Sicilia. Lottiamo per la riduzione fiscale, nostro antico e azzoppato cavallo di battaglia – conclude Leontini – Insomma, parliamoci con questo popolo. Che altrimenti non sarà più delle libertà ma delle schiavitù: fiscali, politiche, economiche e sociali”.