CATANIA. Cinquantanovemila ettari di superficie ricadenti in venti comuni. E’ un’area sterminata quella che abbraccia il Parco dell’Etna. Un lembo di terra che sarà pure patrimonio dell’Unesco ma che, al contempo, è violentata da chi all’interno di un perimetro così vasto getta rifiuti, materiale di risulta e copertoni di ogni grandezza. Una questione che, sinora, non ha conosciuto via d’uscita. Solo proclami, semmai. E nulla più. Oggi, nella sede del Parco dell’Etna, si è tenuto un tavolo di lavoro al quale ha preso parte l’assessore regionale all’Energia, Salvatore Calleri. Ed al di là della facile retorica, il punto di domanda essenziale è: “Si prenderà finalmente di petto la questione?”.
Assessore, si riuscirà a risolvere una piaga che non ha mai trovato le giuste risposte?
“Io sono qua per ascoltare, confrontarmi e tutelare questo bellissimo territorio. Io credo che l’Etna sia un sistema ecologico bellissimo e lo dobbiamo valorizzare”.
Già. Ma la raccolta dei rifiuti chi la deve fare?
“Fatemi prima esaminare attentamente il territorio e mapparlo. Dobbiamo capire come funziona e dove, invece, ci sono gli intoppi. In alcune zone la raccolta funziona, in altre no: quindi bisogna capire dove sono i punti problematici e risolverli per quanto possibile”.
Ancora non lo si è capito?
“Ancora non l’ho capito ma lo sto capendo però va fatto Comune per Comune e capire la situazione delle varie discariche. Posso dirLe che la commissione che era stata istituita ha già completato il lavoro per cui attendiamo le relazioni. E, dunque, vi saranno delle novità”.
Un Piano d’Ambito ad hoc potrebbe essere una soluzione?
“Noi abbiamo un Piano rifiuti che dobbiamo, secondo me, rimodernare facendo tesoro degli errori commessi sinora. Qualcosa a livello regionale sull’ambito dei rifiuti non sta funzionando”.
Vale anche per il Parco dell’Etna?
“Certamente. Noi dobbiamo aggiornare il Piano rifiuti: ho già convocato alcune persone che stanno cominciando a lavorarci assieme ad esperti che si stanno mettendo a disposizione in modo assolutamente spontaneo. Il sistema sulla raccolta rifiuti è bloccato”.
Che si fa allora, nel frattempo, per preservare questo Patrimonio dell’Umanità?
“Io sono venuto qui ad ascoltare, prendere appunti e intervenire successivamente. Io non sono il tipo che fa promesse mirabolanti: la mia attitudine è toscana, capire quelli che sono i problemi per poi intervenire e provare a risolverli. La tendenza dev’essere quella di arrivare a Rifiuti zero”.
Ad allestire l’incontro è stato l’Ente Parco dell’Etna: “Il tentativo è quello di offrire e mettere a disposizione questo luogo per affrontare la tematica dei rifiuti: al tavolo sono invitati, tutti i Comuni, le associazioni ambientaliste, le Forze dell’Ordine e l’assessorato regionale al quale chiediamo di prendere in mano la vicenda – sporga la presidente del Parco, Marisa Mazzaglia -. Noi non abbiamo una competenza diretta ma comprendiamo che possiamo essere da input. Di certo, occorrono azioni immediate. Nel breve periodo potremo anche fare una manifestazione di pulizia ma non può bastare: quello della pulizia è un compito che spetta alle Srr, ai Comuni e alle ditte. Serve prendere atto che non possiamo consegnare in queste condizioni un territorio che va preservato e che è visitato da milioni di turisti all’anno”.