Liberi e Uguali, Epifani capolista |Ancora tensioni tra i candidati - Live Sicilia

Liberi e Uguali, Epifani capolista |Ancora tensioni tra i candidati

Anche Salvo Grasso pronto a ritirare la disponibilità a correre.

VERSO IL VOTO
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La strada di Liberi e Uguali in Sicilia è tutta in salita. La divisione millimetrica dello scacchiere siciliano tra le truppe di Sinistra Italiana, accampate a occidente, e gli alfieri di Mdp dislocati a oriente scricchiola. A tutte le latitudini. A Catania il clima è tesissimo. La candidatura in trasferta dell’ex segretario del Pd, Gugliemo Epifani, è sembrata un’epifania in piena regola. Nomen omen, ça va sans dire. E non poteva che sortire malumori tra la base. Nel tardo pomeriggio è stata convocata un’assemblea per discutere del caso Epifani e del mancato protagonismo dei territori nel progetto che avrebbe dovuto ribaltare il modus operandi della sinistra italiana. Il consigliere civatiano di Motta Sant’Anastasia, Danilo Festa, non è il solo a volere mettere in soffitta la propria disponibilità a correre il 4 marzo. Salvo Grasso, ex presidente del consiglio comunale di Palagonia ed ex segretario provinciale di Sinistra Italiana, pare abbia maturato la stessa idea. “Avevo già predetto nell’ultima assemblea provinciale di Leu tenutasi a Catania cosa sarebbe accaduto, come volevasi dimostrare si è confermato”, spiega a Live Sicilia.

Ciò deprime non solo la legittimità dei territori e della Sicilia orientale, ma soprattutto le tante e tanti che credevano e, mi auguro, credono ancora nella costruzione di un partito unitario della sinistra”, argomenta Grasso. “In queste condizioni risulta impossibile andare avanti nelle disponibilità delle candidature, e faccio appello al presidente Grasso come garante della sua terra, della sua Sicilia affinché batta un colpo per ridare slancio e valore che ha visto la partecipazione di tanti nella fase iniziale del percorso unitario”, sbotta l’ex consigliere. E aggiunge: “Così facendo si rischia di affossare per l’ennesima volta forse l’ultimo tentativo di ricostruire una sinistra degna dei suoi valori”.

Se Catania piange, Siracusa non ride. Numeri alla mano, è soprattutto il deputato uscente Pippo Zappulla (ex dem) a patire “lo schiaffo” della candidatura di Epifani. “Il metodo utilizzato, che mortifica e umilia i territori, nega l’anima del progetto unitario”, spiega Zappulla.

A Palermo le cose non sembrano andare meglio. Anche Ninni Terminelli ha appena annunciato di avere mollato la presa. “Non vedo le condizioni minime necessarie per candidarmi alle elezioni politiche nelle liste di Liberi e Uguali”, spiega. “Dopo aver dato una spontanea e autentica disponibilità, da considerare puro atto di generosità politica, data l’oggettiva difficoltà nell’ottenere un risultato positivo nello scontro elettorale del prossimo 4 marzo, prendo atto che non esistono le condizioni”, si sfoga Terminelli che sottolinea come la città sia stata sacrificata sull’altare degli “equilibri generali”. Non si ferma la sollevazione di Mdp, certificata da un comunicato stampa in seguito al coordinamento regionale di ieri pomeriggio. Questa mattina a Enna i vertici regionali di Mdp hanno incontrato il delegato nazionale Davide Zoggia mettendo nero su bianco il malumore per il metodo verticistico scelto per le candidature invitando la ditta a “rivedere le scelte assunte”.

In mattinata è arrivata anche una dura nota del coordinamento regionale di Possibile. I vertici regionali della formazione di Pippo Civati, hanno espresso “la loro disapprovazione” per le candidature calate dall’alto. “Subordinare tutte le scelte al perseguimento di un risultato totalmente prefigurato, ricorrendo anche all’integrale occupazione di tutti i collegi plurinominali disponibili, in testa a due soli candidati, appare francamente umiliante e costituisce il segnale peggiore che si possa dare soprattutto in ordine all’idea di partito che si vuole costruire”, si legge. “Se quelli che stiamo vivendo, sono i passaggi politici costituenti il percorso che ci porta alla costruzione del nuovo soggetto politico della sinistra, bisogna constatare che siamo di fronte alla innovazione del nulla ed al trionfo di vecchie pratiche, quella dei parlamentari nominati, che pesano come un macigno sulla identità del partito che si vuole costruire”. “Né si possono sottacere le ricadute negative che queste scelte avranno sulla capacità di imprimere un’ampia mobilitazione e motivazione e conseguentemente anche sul risultato elettorale che si potrà ottenere”, si legge. Malumori su malumori: niente male per una lista nata per riunire le anime del frastagliato arcipelago della sinistra italiana.  



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