Il diavolo si annida nei dettagli. Nel caso specifico, in un’ideuzza apparentemente marginale applicata al disegno di legge sull’editoria in discussione all’Ars. La cronaca dell’Ansa la racconta così: “Il deputato Michele Cimino, intervenendo in aula, ha chiesto la riscrittura del testo per introdurre il divieto di pubblicare sui siti web e dunque l’immissione in rete di commenti anonimi o non identificabili”. In sintesi: riecco la censura.
Nell’ispirare la riscrittura del testo, l’onorevole Cimino avrà pensato a cospiratori incappucciati che attentano all’illibatezza altrui con commenti killer, organizzati e inviati sui siti. E si è preoccupato assai. Tenteremo di tranquillizzarlo. Caro onorevole, non deve temere nulla. Nei quotidiani online e nei siti di informazione c’è un moderatore che veglia sulle intemperanze dei lettori. I moderatori nel loro piccolo possono sbagliare, permettendo l’accesso a commenti che non avrebbero dovuto varcare la soglia del controllo. Per fortuna c’è la polizia postale che, tramite una denuncia, sa risalire all’identità del calunniatore e avviare le attività stabilite dalla legge, per consentire l’eventuale ristoro della parte offesa.
C’erano una volta i giornali cartacei che trattavano i lettori come bimbi ribelli da educare, stabilendo una linea gerarchica. Io scrivo. Tu leggi. Se non ti piace quello che ho scritto, coraggio, puoi sempre mandare una letterina garbata che vedrà la luce con una controreplica al pepe. La forza di un giornale online cresce, invece, grazie all’apporto delle persone che gli si accostano, per partecipare a un’esperienza di informazione condivisa. Il giornalista resta tale, con il suo ruolo specifico, ma chi sta sul confine contiguo e non più opposto della barricata è in grado di confutarlo, di smentirlo, di mostrare il suo disappunto in tempo reale.
Lo stesso vale per il potere. Gli annunci non condensano il verbo calato dall’alto, sono sottoposti al setaccio di occhi curiosi e a ragione arrabbiati. Ogni politico, ogni mammasantissima, ogni santone deve costruire argomenti adeguati e concreti a sostegno del suo verbo. Altrimenti riceverà la sanzione di un commento in tempo reale. Anche anonimo, per garantire la privacy, la difesa degli umili contro i satrapi e i regimi. Gli eccessi vanno controllati. Internet funziona quando opera bene da cane da guardia. Non funziona affatto se si trasforma in berlina. Per evitare la sindrome del pomodoro in faccia bastano gli strumenti già citati.
A conti fatti, non ci piace un ddl che insiste sul finanziamento pubblico ai giornali, elemento drogato di ogni informazione. E ancora meno ci piace l’ideuzza di Cimino. che però non ha nulla da temere. Da giornalisti, siamo abituati alla doppia faccia della politica. Per cui nemmeno ce la prendiamo troppo con l’onorevole Michele Cimino: buon ultimo nella schiera dei difensori della libertà. Di censura.