L'inchiesta di Acireale non si ferma | Imprenditori ascoltati in Procura - Live Sicilia

L’inchiesta di Acireale non si ferma | Imprenditori ascoltati in Procura

Sospeso il funzionario di Malvagna, Giuseppe Angelo Puglisi.

Gli sviluppi
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CATANIA. Continuano a sfilare alla Procura di Catania gli imprenditori entrati in rapporti con l’ex sindaco di Acireale Roberto Barbagallo, in carcere dallo scorso 23 febbraio con l’accusa di concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità. Il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita ed il sostituto Fabio Regolo, titolari dell’inchiesta Sibilla, continuano ad approfondire la natura di quei rapporti per capire se gli appalti pubblici siano stati utilizzati come merce di scambio per ottenere utilità personali. Nei giorni scorsi i titolari di un’altra azienda edile con sede ad Acireale, a cui sono stati affidati negli anni diversi interventi pubblici, sono stati sentiti dagli inquirenti. Accertamenti già preannunciati nello stralcio di informativa allegato all’ordinanza del gip. Intanto si attende la data dell’udienza davanti al tribunale del Riesame di Catania, che dovrà decidere sull’istanza di scarcerazione presentata dal difensore di fiducia di Roberto Barbagallo, l’avvocato Enzo Mellia.

Nell’ambito dell’altro filone dell’inchiesta, quello che vede coinvolti la consulente del Coni Anna Maria Sapienza e i due dipendenti comunali di Malvagna, Giuseppe Angelo Puglisi e Antonino Sposito, il gip di Catania Giovanni Cariolo ha deciso sulla richiesta della Procura di Catania di applicazione della misura interdittiva della sospensione. La misura è stata applicata solo nei confronti di Giuseppe Angelo Puglisi, capo area tecnica del comune di Malvagna, sospeso per tre mesi dalle sue funzioni per il “concreto ed attuale pericolo di reiterazione criminosa”. Sarebbe stato chiarito invece, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, l’effettivo ruolo ricoperto da Antonino Sposito, difeso dal legale Maria Cinzia Panebianco. Evidenziato dal difensore di fiducia come il proprio assistito non ricopra il ruolo di funzionario all’interno dell’ente, quindi con potere decisionale, ma semplicemente di istruttore tecnico. Il gip ha dunque accolto la richiesta della difesa ed ha rigettato l’istanza di applicazione della misura. Entrambi restano indagati per concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità e per turbativa d’asta. Gli atti di questo filone di inchiesta sono stati trasmessi alla Procura di Messina, competente territorialmente.


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