L’inesorabile legge del tacchino

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17 Febbraio 2012, 08:31

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(rp) E però, alla fine di una giornata nel frullatore dell’avvincente sceneggiato a puntate dal titolo “Le primarie del centrosinistra”, uno si sente proprio come nella scena ultima di “Johnny Stecchino”. E quasi ti verrebbe voglia di chiedere, con gentilezza: scusate, si potrebbe sapere chi era il tacchino? Dove il suddetto tacchino abbandona le carni e piume del volatile per assumere la connotazione metafisica del buonsenso, di Godot che non arriva mai, del senno perduto sulla luna.

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Un bel dì, le primarie finiranno e ci sarà un candidato sindaco (forse). Ma come è possibile immaginare che personaggi pubblici della stessa coalizione che fino a un minuto prima si sono accusati reciprocamente di finanziamenti strani, apparentamenti col nemico e intelligenza con le forze del male, un minuto dopo siano pronti a sostenersi contro il competitore vero, quello dell’altro lato, chiunque egli sia? Ecco, del tacchino non c’è certezza. Dei polli invece sì.

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17 Febbraio 2012, 08:31

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