PALERMO – C’é una nuova tecnica che aiuta i rianimatori a salvare gli automobilisti che restano vittime di incidenti stradali: l’ipotermia terapeutica. Una metodologia che consente di abbassare la temperatura corporea fino a 33 gradi in modo da tutelare il cervello. Questa innovativa tecnica è stata illustrata oggi ai medici e primari dei reparti operativi di Palermo da Tommaso Pellis, del reparto di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone. L’incontro è stato organizzato da Gaetano Marchese, direttore della Centrale operativa del 118. “Da studi condotti per molti anni in tutto il mondo – dice Pellis – si è arrivati a concludere che la maggior parte dei pazienti, rianimati in seguito a un arresto cardiaco, non sopravvive. Le statistiche parlano chiaro: l’80% di essi decede entro 6 mesi, e di questi il 75% già nelle prime 72 ore. Le cause sono da ricercare nei danni neurologici”.
In cosa consiste il protocollo sull’ipotermia terapeutica? “In una serie di procedure – aggiunge Pellis – mirate ad abbassare rapidamente la temperatura corporea fino ai 33 gradi. Si procede all’infusione di liquido liquidi freddi a 4C in vena. All’arrivo in Terapia intensiva si utilizza, oltre al ghiaccio e all’infusione di liquidi freddi, un materassino ad aria a 14 C o un dispositivo costituito da placche fredde che vanno poste sulle gambe, sulle braccia e sul tronco del paziente. Per 24 ore si mantiene la temperatura sui 33C e poi, gradualmente in 10-12 ore, la si riporta a 37C”. Questo primo incontro servirà a diffondere la tecnica anche a Palermo. “Abbiamo intenzione di iniziare anche da noi – dice Gaetano Marchese – Dove è utilizzato questo sistema sono state salvate decine e decine di vite”.