ll centrosinistra sorride |ma il governo è una chimera - Live Sicilia

ll centrosinistra sorride |ma il governo è una chimera

Pierluigi Bersani

Il Pd piazza un bel colpo di immagine e sostanza con Boldrini e Grasso. Ma i numeri per una maggioranza al Senato non esistono. E il voto sembra comunque vicino

Alla fine il Pd segna un paio di punti a suo favore, ma i trionfalismi appaiono fuori luogo. Alla Camera il centrosinistra aveva un’ampia maggioranza e quindi l’elezione di Laura Boldrini è stata molto comoda. Al Senato, al ballottaggio, Piero Grasso l’ha spuntata nel derby palermitano con Renato Schifani, strappando anche qualche voto dal Movimento 5 Stelle. Troppo pochi però per provare anche solo a ragionare di possibili maggioranze di governo. A Palazzo Madama i numeri parlano chiaro: di maggioranze non ce n’è. E il cammino verso il voto anticipato appare segnato. Anche se Bersani adesso crede di più nella possibilità di formare un governo e salvarsi, raccattando qualche voto qua e là.

Il centrosinistra ha comunque di che festeggiare. Ha piazzato due bei nomi sulle poltrone principali di Palazzo Madama e Montecitorio offrendo un segnale di qualità e di rinnovamento, altro che Franceschini e Finocchiaro. E ha messo in ambasce il Movimento 5 Stelle che si è spaccato sul nome di Grasso, con una sua componente, sospettati principali i siciliani, che non si è rassegnata all’equidistanza tra Grasso e Schifani, offrendo qualche voto, ininfluente alla fine, all’ex magistrato. Il danno per i grillini in realtà sarebbe stato peggiore se per avventura Grasso avesse perso: il Pd avrebbe rinfacciato a oltranza questo passaggio al M5S nella prossima campagna elettorale. Di cui questa elezione è apparsa un antipasto.

Il Pdl ha tenuto la sua posizione e parla ora di voto ineludibile, accusando i democratici di non aver rispettato le opposizioni occupando sovieticamente tutte le poltrone pur non essendo maggioranza. Quanto a Schifani, si è giocato la rielezione, si è complimentato cavallerescamente con Grasso incassando applausi, e ha ricevuto il grazie del successore nel suo alto discorso di insediamento. Una degna conclusione di una presidenza del Senato gestita, con buona pace dei critici, senza sbavature.

Chi ne esce non bene è certamente la coalizione montiana, quella della “non scelta” civica che resta alla finestra con il Professore che offre ai critici la sgradevole impressione di essere solo in cerca di una poltrona per sé. Il ruolo politico del “centro” appare quanto mai marginale in questo momento.

Ora la partita si sposta sul Quirinale. Sarà il nuovo presidente a sciogliere le Camere per indire le elezioni. Prima, però, è probabile che ci sia il tentativo di un mandato esplorativo. Magari proprio al neopresidente del Senato Grasso. Per dare vita a un difficile governo di scopo, a cui sembra credere solo il Pd. Da oggi, dopo il voto al Senato, un po’ di più.


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