Lei ha parlato di sistema. Possiamo dare dei nomi e dei volti a questo sistema?
“Chi ci ha attaccato? Lo Bello, nella singolare posizione di capo degli industriali senza essere un industriale. Quali investitori ha portato in Sicilia? Gli unici sono gli imprenditori dell’eolico e la perorazione della causa del rigassificatore. Nel primo caso è noto che le pale girano a forza di tangenti, deturpano il paesaggio e non danno lavoro. Per il rigassificatore, lavorerà qualche centinaio di persone nella fase iniziale ma in futuro per aprire e chiudere il rubinetto del gas basteranno 40 persone. Senza dimenticare l’aeroporto di Catania e il braccio di ferro per la nomina del nuovo cda”.
E gli altri?
“Poi c’è l’Udc, che vuole rimettere le mani sulla Sicilia. Piaccia o non piaccia questo partito per sette anni ha governato questa terra portando da tremila a settemila gli addetti alla formazione, creando Sicilia patrimonio immobiliare e Siciliacque. Oggi la ritrovata verginità dell’Udc fa scompisciare dal ridere. Ma mi rendo conto che il malloppo dei voti portati dalla Sicilia gli sta a cuore. E sta facendo il diavolo a quattro per realizzare il colpo di stato in Sicilia. Il commissariamento è un colpo di stato. Perché abbiamo un bilancio approvato, non c’è nessuna violazione di legge , abbiamo solo lavorato come i cani e non ci siamo messi mai una lira in tasca”.
È possibile che sul Bilancio però si possa sollevare un rilievo in merito alla parte relativa al mutuo impugnata dal Commissario dello Stato?
“Noi stiamo facendo quello che possiamo fare. Il bilancio è stato approvato in quei termini, quella è la legge. Stiamo andando avanti e questo fatto che non paghiamo gli stipendi è una sciocchezza”.
La vostra maggioranza sollevò la questione di una interferenza dello Stato anche quando il Commissario impugnò la Finanziaria. Lei ritiene che ci sia un legame tra quella posizione e quella più recente di Monti?
“Mi risulta che le criticità finanziarie cui fa riferimento Monti sono state segnalate dal Commissario dello Stato. Questo è un fatto di una gravità inaudita. Un commissario dello Stato, che non so nemmeno se è stato nominato in Consiglio dei ministri alla presenza e con l’assenso del presidente della Regione come prescrive la legge, se così non fosse sarebbe una nomina illegittima, che non informa, non dico il governo della Regione ma neppure il presidente dell’Assemblea su queste criticità, che noi conosciamo bene, che sono al centro di incontri settimanali col ministro Grilli”.
Lei ha parlato con Monti, che gli ha detto?
“Ci ho parlato. E gli chiederò di farmi riferire in Consiglio dei ministri”.
E quando ci ha parlato ha capito perché Monti vuole sapere se lei si dimette o meno?
“Non lo so, guardi. In effetti è una cosa molto atipica e irrituale. Lo scopriremo martedì prossimo”.
Lei ci arriverà da presidente della Regione?
“Io tengo all’autonomia e per l’autonomia vado anche in Burundi”.
La data del 31 luglio resta?
“Sì, non si può andare oltre”.
(2. Continua)