CAPO D’ORLANDO (MESSINA) – L’Orlandina si risolleva dopo un periodo di crisi, e lo fa dopo aver perso due degli americani del roster di Griccioli. Senza più Burgess e Freeman, degli acquisti d’oltreoceano è rimasto solo Sek Henry a trascinare la baracca insieme allo zoccolo duro. Ed è proprio al playmaker ex Brindisi che l’Orlandina si affida in questo fase di campionato, che può segnare una nuova svolta della stagione: “Abbiamo avuto delle sconfitte pesanti che ci hanno ferito e io odio perdere. Il mio obiettivo è sempre quello di vincere ed essere felice. Spero che i tifosi ci vorranno ancora aiutare, dobbiamo stare tutti uniti. Noi giochiamo per la città e per gli obiettivi del team. Dobbiamo fare aumentare l’intensità ed essere più aggressivi”.
Pochi mesi sono bastati ad Henry per ambientarsi a Capo d’Orlando. Lo stesso giocatore racconta di come passa le giornate e il tempo libero: “Quando il tempo è buono amo andare in spiaggia a guardare il mare, vado lì e sto anche più di un’ora a sgombrare la mente e rilassarmi. Non saprei dare un numero per definire quanto mi piace Capo d’Orlando, ma ho capito subito quando sono arrivato qui quanto sia pacifica e rilassante. Non vedo l’ora che migliori il tempo per andare più spesso in spiaggia”. La sua avventura italiana, d’altronde, si è sempre svolta al Sud: “Ho cominciato a Brindisi, sono stato lì tre mesi e poi sono arrivato qui. Sono felice di poter essere in questa parte dell’Italia perché non c’è freddo come altrove. Non appena sono arrivato in Italia ho trovato subito un mix di culture. Preferisco vivere in posti così”.
Viva l’Italia, dunque, senza mai dimenticare la propria patria. Henry torna spesso negli Stati Uniti, soprattutto per allenarsi sul ball-handling, che rappresenta il suo punto di forza: “Faccio davvero tanti allenamenti, soprattutto quando torno negli USA mi alleno con degli amici che giocano in NBA. Simuliamo anche alcune situazioni di gioco, come i pick’n’roll ad esempio. È davvero importante per i playmaker. Penso che i mio ball-handling sia buono ma posso migliorare, vorrei che sia come quello di alcuni giocatori NBA tipo Chris Paul o Stephen Curry”. Da bravo cestista americano, c’è anche una squadra del cuore: “In NBA la mia squadra sono i Lakers, Kobe Bryant è il mio giocatore preferito. Lo ammiro da sempre, il suo modo di giocare è di grande ispirazione”.
Tornando a Capo d’Orlando, infine, Henry ammette di essere un po’ il “giocherellone” di un gruppo che si sta dimostrando più che affiatato: “Siamo un gruppo ognuno è differente. Il più divertente? Credo di avere la personalità più estroversa fra tutti. Mi piace questo gruppo, qualcuno ha 40 anni ed è fantastico essere ancora all’altezza a quell’età. Spero di arrivarci anch’io, questi ragazzi hanno vinto cose che io non ho vinto: campionati, medaglie olimpiche, Euroleghe”. E su chi rappresenti l’avversario più duro da affrontare, il play dell’Orlandina non ha dubbi: “Ho difeso su Kevin Durant e Michael Beasley e tanti altri di Kansas, molti di loro sono in NBA. Il più difficile da marcare si chiama Toni Mitchell e gioca a Trento. Non puoi mai sapere quando tirerà ed è forte fisicamente. Può segnare in tanti modi”.