CATANIA – Nuccio Molino, giornalista professionista che guidava l’ufficio, è stato spostato prima nella direzione Sport e poi in altri uffici comunali. Su questi fatti indaga la Procura, a quattro dirigenti sono state già notificate le richieste di interrogatorio che contengono anche le ipotesi di accusa sostenute dai magistrati nei confronti del sindaco Enzo Bianco. Le indagini non sono ancora chiuse, si tratta di una verifica procedimentale ancora in corso, rispetto alla quale il primo cittadino ha replicato con una nota (LEGGI).
UFFICIO FANTASMA – Il meccanismo è semplice, in base a chi viene eletto, cambia la composizione dell’ufficio stampa, ma siccome le leggi hanno ristretto la possibilità di assunzione, la politica ricorre a strade alternative, col rischio di possibili irregolarità. C’è un altro caso, oltre a quello di Molino, emblematico, quello di Francesca Pavano, giornalista professionista incaricata fin dal 1996 del coordinamento dell’ufficio stampa con la qualifica di redattore capo. Lei non era gradita alla passata amministrazione.
Nel 2009, sindaco Raffaele Stancanelli, il Comune dispone la sospensione dell’applicazione del contratto nazionale dei giornalisti e la Pavano viene “retrocessa” in categoria C con il contratto degli enti locali.
Nel 2016 il tribunale del Lavoro stabilisce che la Pavano ha ragione e ha “diritto al trattamento giuridico, economico e previdenziale corrispondente all’inquadramento quale redattore di cui al contratto nazionale”.
Il tribunale ha condannato il Comune al pagamento di una provvisionale sulle differenze retributive spettanti fin dal 2009 oltre agli interessi legali, circa 75mila euro.
L’ordinanza viene notificata nel maggio 2016, è esecutiva. Risultato? Nessuno. Le diffide della Pavano non hanno sortito alcun effetto. Atti di precetto, tutto inutile, stesso discorso per le diffide via Pec.
Il Comune continua a sottrarsi all’ordinanza.
Nel frattempo si stanno concludendo gli interrogatori dei dirigenti indagati, insieme al sindaco, di concorso in abuso d’ufficio e chissà che anche questo nuovo caso non possa finire nel mirino dei magistrati.