PALERMO– “Oggi ci ha lasciati, sbigottiti e tristissimi, un nostro allievo di 4 A , Gabriele Rizzo , nel pieno delle sue prospettive e speranze di vita. Da insegnante ho apprezzato il suo garbo, la sua gentilezza , la sua assoluta onestà . Da mamma sono sconvolta, attonita. Ho nelle orecchie il suo ‘Perché no?’ Ed il suo sorriso franco dell’ultimo giorno di scuola, lunedì 6 giugno, esattamente un mese fa, a proposito del mio invito a leggere ma anche a godersi la vita e ad incontrare una dolce metà. Caro Gabriele, tu da lassù ci guiderai tutti, in primis tuo fratello ed i tuoi cari genitori, ma anche noi, quaggiù, sia compagni che proff., ci diplomeremo insieme e cercheremo di vivere ‘alla grande’ anche per te. Ovunque tu sia , un abbraccio dalla tua prof”. Ada Magno, professoressa del liceo classico ‘Umberto I’ di Palermo commenta la tragedia che ha colpito la sua scuola, sulla sua pagina Facebook. Gabriele Rizzo, diciotto anni, non c’è più. Un malore l’ha portato via.
“L’abbiamo visto sorridere spesso – racconta la professoressa – Gabriele era un ragazzo garbato e dolcissimo. Mai sopra le righe, mai con atteggiamenti sbagliati. Era riservato. A quell’invito a trovare la dolce metà aveva sorriso, rispondendo come ho descritto, con leggerezza e profondità: ‘Perché no?’. Era con noi da quest’anno. Nonostante le difficoltà per il Covid e la Dad si era fatto amare”.
“Questo è il momento del silenzio – dice il professore Vito Lo Scrudato, preside del liceo -. Quando mi hanno informato non volevo crederci e continuavo a dire che forse era grave, ma mi rispondevano che non era così. E’ sempre brutto quando se ne va uno studente. Lo conoscevo bene e provo grande dolore anche per la famiglia”.
“Gabriele era un ragazzo meraviglioso – dice Giuseppe Oliva, suo compagno di classe -. Il Covid ci ha permesso di frequentarci poco. Eppure, siamo riusciti a coltivare un legame profondo e a costruire una amicizia magica. Era un po’ timido perché non era stato semplice ambientarsi, ma era davvero amato da tutti. Non c’era argomento di cui non si potesse parlare con lui. Sono stato a casa sua, con i miei compagni. Ci siamo sforzati di non piangere, di consolare i genitori. E’ stata un’esperienza che non dimenticheremo”.
La scuola piange un ragazzo con le sue anime giovani. Giovani sono i ragazzi. Giovani sono i professori che stanno col loro. Gabriele l’hanno visto sorridere, anche in lontananza. Con la cautela di chi non sa quanta bellezza possa regalare al mondo, fidandosi. Quel sorriso non lo dimenticheranno.