Il cerchio magico di Orlando - Live Sicilia

Il cerchio magico di Orlando

Una vita politica “solitaria”, indipendente dai partiti, ma segnata dalla presenza, costante nel tempo seppure con toni diversi, di alcuni fedelissimi. Orlandiani di ferro, da sempre al fianco del Professore, pronti a consigliare e ad eseguire.

PALERMO – Un uomo solo al comando. Decisionista, imprevedibile, con il gusto della sorpresa, che ama scegliere e raramente consultarsi, ma che da più di trent’anni è il dominus della politica palermitana. Leoluca Orlando indossa per la quinta volta la fascia tricolore, praticamente una vita passata a Palazzo delle Aquile, alternandosi con il parlamento romano e anche una candidatura alla presidenza della Regione.

Una vita politica “solitaria”, indipendente dai partiti, ma segnata dalla presenza, costante nel tempo seppure con toni diversi, di alcuni fedelissimi. Orlandiani di ferro, da sempre al fianco del Professore, pronti a consigliare e ad eseguire, braccia operative di un uomo che è nella storia politica e amministrativa del capoluogo. Ma chi c’è al fianco del primo cittadino? Da chi è composto il “cerchio magico” del Professore? Il gruppo è variegato per età, professioni, carriere e anche orientamento politico, ma è rimasto quasi invariato dagli anni Novanta a ora.

Il fedelissimo per antonomasia è sicuramente Fabio Giambrone: già senatore e proconsole di Orlando in Sicilia ai tempi dell’Idv, oggi siede a Palazzo Galletti nella stanza che precede quella del sindaco ma soprattutto è alla guida della Gesap, la società che gestisce l’aeroporto di Punta Raisi. Un’azienda che, da due anni a questa parte, ha riportato i conti in attivo e che oggi si prepara a mettere sul mercato buona parte del suo pacchetto azionario: decine e decine di milioni di euro che finirebbero nelle asfittiche casse di Palazzo delle Aquile, una vera manna dal cielo per il sindaco che ha scelto un fedelissimo per la gestione di un processo così delicato.

Ma di Giambrone c’è anche Francesco, fratello di Fabio. Medico e giornalista prestato al mondo della cultura, ha compiuto un doppio ritorno: nel 2012 è stato nominato assessore al ramo, dopo esserlo stato dal 1995 al 1999, salvo poi finire questa estate a fare il sovrintendente del Teatro Massimo, dove era già stato dal 1999 al 2002, sempre nel segno di Orlando.

Restando in giunta, sono tre gli assessori fedelissimi del sindaco. Il primo è, senza dubbio, Emilio Arcuri: “storico” vice del Professore per quasi un decennio, dirigente medico, nel 2012 è rimasto un po’ in ombra andando, a sorpresa, a guidare la partecipata Amg. Un “esilio” durato meno di due anni, visto che nell’ultimo rimpasto Leoluca lo ha richiamato al suo fianco come vicesindaco, assegnandogli deleghe di enorme peso: dal centro storico all’edilizia, passando per le infrastrutture e i grandi progetti di finanza che valgono centinaia di milioni.

C’è poi Luciano Abbonato, già direttore generale al comune di Caltanissetta e designato come assessore di Orlando nel 2007, quando il fondatore della Rete perse le elezioni contro Cammarata. Elezioni contestatissime, contro cui il Professore fece ricorso proprio insieme ad Abbonato. Nominato direttore generale al comune di Palermo nel 2012, non ha nemmeno avuto il tempo di insediarsi visto che, a ridosso del Ferragosto, ha preso il posto dell’assessore al Bilancio, il generale della Guardia di Finanza Ugo Marchetti, andato via sbattendo la porta in polemica col Professore. Uomo dei conti, ha in mano le chiavi del bilancio ed è lui a decidere, di concerto col sindaco, quando, quanto e come spendere.

Abbonato, inoltre, in questi due anni si è occupato della grana partecipate. Con l’Amia al fallimento e la Gesip senza un euro, ha lavorato in tandem con Cesare Lapiana per la creazione della Rap e della Reset. Lapiana, già alla guida dell’Amat negli anni Novanta, è tornato nel 2012 come vicesindaco e assessore alle partecipate. Un feeling, quello col Professore, molto robusto ma che qualche mese fa è sembrato venir meno dopo la scelta di lasciare il posto di vice ad Arcuri, anche se tutti smentiscono. Dopo il rimpasto ha continuato a occuparsi di aziende, prendendo in mano anche la patata bollente dell’Ambiente e quindi della raccolta rifiuti, oltre a essere il presidente della Srr e ad essere stato non ufficialmente in corsa per la presidenza dell’Autorità portuale.

Dal cerchio magico non sono esclusi i burocrati, fra i quali spicca tra tutti per vicinanza al sindaco il capo di gabinetto Sergio Pollicita. Nato con Orlando, ha ricoperto il ruolo anche con Diego Cammarata sindaco e per questo nel 2012 non fu riconfermato. Ma che Pollicita godesse della stima del Professore lo si è capito subito, quando lo ha subito nominato a capo dello Sviluppo organizzativo, la vera regia della macchina comunale. Ruvido, pragmatico ma rispettato, è tra i dirigenti quello maggiormente tenuto in considerazione, anche a discapito di chi lo è stato in passato e ora è in disgrazia.

C’è poi il gruppo dei collaboratori storici: Donatella Gariffo e Pietro Galluccio, la prima segretaria addetta alle relazioni internazionali e il secondo portavoce di fatto, e il segretario particolare Diego Bellia, messo anche nel cda dell’Amat. Tra i presidenti delle aziende spicca Francesco Randazzo, imprenditore a capo di Sispi, mentre in questi due anni hanno lasciato l’incarico, per motivi diversi, Ettore Artioli, Giuseppe Modica e Vincenzo Costantino: tre ex fedelissimi, entrati in rotta di collisione con Orlando, e ormai tenuti a distanza. Tra i “nuovi” volti spicca Maria Prestigiacomo, un passato in An e ora alla guida dell’Amap e perfino nel cda di Reset.


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