Ma quando inizia Sanremo? - Live Sicilia

Ma quando inizia Sanremo?

Ma quand’è che inizia Sanremo quest’anno? Domandone che ci sentiamo fare ogni anno dopo l’Epifania, come se fosse una festività alla quale prepararsi e non un semplice appuntamento televisivo. Si perché Sanremo è uno di famiglia, è testimone del tempo che passa, ci ricorda che, lontanissimo da noi e probabilmente a ingozzarsi di Kalbfilet, esiste Mina. Ci ricorda quanto fossero brave le Kessler e quanto simpatico fosse Sordi mentre ci chiedeva se fossimo mai stati a quel paese.

Ma quand’è che inizia Sanremo quest’anno? No perché a me sembra di avere visto un miscuglio di XFactor, l’Isola dei Famosi e Ballarò, non il mercato, il talkshow. Tra acrobazie grammaticali, capigliature in technicolor, storie di mutande, vecchie iene, adesivi della Gialappa’s, monologhi degni di Neverending Story e comparse di Mtv siamo pieni di idee, immagini, paroloni e gag ma ci viene da chiederci, ma un ritornello no? Sul momento è chiaro che tra testi traggidiusi come Nanì, e botox esagerati che tra la Ferilli e la Bertè mi sentivo agli Sgommati, qualche canzone la si ascolta.

Ma dove sono finite le Mille Bolle Blu, e Chi non lavora ancora non fa l’Amore? e il Cuore è così Zingaro che è scappato via definitivamente? Dove sono i frac, gli abiti lunghi e l’eleganza italiana che facevano di Sanremo un’icona? La musica si evolve direte voi, eh si va beh, ma il buon gusto no. Ogni anno si inventano siparietti sempre più cafonal. Mi dispiace per una Geppi Cucciari sfavillante ma sprecata, chiamata a svegliare e svecchiare un pubblico lento di comprendonio con l’occhio sempre più a pampina che la farfallina di Belèn aveva tenuto in piedi solo la seconda sera.

Mi dispiace per Finardi ribattezzato Ugenio da una Canalis truccata da trans e soprattutto per Celentano, che usato per fare curtigghio si è preso fischi dalla platea e lacrime da Morandi e non so cosa sia peggio. Il pubblico ululante tipo caimano della Pampa argentina era degno della curva del Barbera una domenica di sole e ho il sospetto che il monitor con la scritta “Applausi” spesso venisse cambiato con “Fate Vucciria”. Parliamo di stile sul palco? Cantanti e soubrettes nello scegliere abito e acconciatura si sono chiaramente ispirate ai Cavalieri dello Zodiaco. Tranne la Ivanka, lei veste Barbie porno-confetto haute couture, ah e la Zilli che ha riesumato lo scalpo di Amy Winehouse e sopra ci ha messo un gatto morto.

In tutto questo con quell’orrore dello spot Coconuda tipo spada di Damocle che fa capolino ogni quarto d’ora e noi lì a subire pure l’espressione smarrita del Chiwawa. L’occhio pallato di Rocco Papaleo è stato l’unico dettaglio rincuorante poi, in quei momenti di poraccitudine estrema in cui vedi Emma, e non solo lei, che non sa scendere le scale e altri in cui lo Zecchino d’Oro sembra riemergere dal dimenticatoio: Casillo, 15 anni, Zac Efron de’ noantri. Alla fine ha vinto, quella babbiona di Emma, quando si dice il potere occulto di Maria De Filippi. Caruccia, ammuccati solo metà di sti piccioli e con il resto pagalo tu un autore per l’anno prossimo.

Ma sì, l’anno prossimo, per sempre, continuate a farlo il Festivàl, con l’accento sulla A che fa vintage, basta che chiamate la protezione animali stavolta, a vigilare. E se Morandi diventa direttore Rai qualche altro conduttore con l’Alzheimer in grado di fare domande imbarazzanti lo troviamo no? Peccato però perché è simpatico. Anche se dovrebbe andare a cento all’ora verso il parrucchiere più vicino e farsi togliere quella tinta cacao amaro davvero poco credibile, sei un pezzo d’Italia Gianni, c’hai un’età pure tu.

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