20 Dicembre 2022, 14:50
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CATANIA – Dall’ex supermercato di Nitto Santapaola, a Catania, alla casa in cui sua moglie venne uccisa, a San Gregorio. Dalla bottega di Librino che fu centro scommesse di Orazio Buda all’ex agenzia di onoranze funebri di Natale D’Emanuele. I beni confiscati a Catania e provincia raccontano le storie dei nomi più noti della criminalità organizzata etnea. E, da adesso, serviranno anche a raccontare di come due milioni e 181mila euro di fondi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) possono essere usati per restituire appartamenti e botteghe alla collettività.
È stata pubblicata ieri, infatti, la graduatoria per l’accesso ai finanziamenti europei destinati ai beni tolti alle mafie: i sei progetti presentati da Palazzo degli elefanti hanno ottenuto tutti il via libera da parte dell’Agenzia per la coesione territoriale. Ma il più significativo dei beni per cui adesso è possibile pensare una nuova vita si trova in provincia: nel Comune di San Gregorio di Catania, la casa che fu del capo di Cosa nostra catanese e diventata il simbolo, grazie a un’iniziativa di Arci Catania e I Siciliani giovani, della battaglia per la valorizzazione dei beni confiscati.
Gli appartamenti macchiati del sangue della famiglia Santapaola, in via Giorgio De Chirico 15-19, in territorio sangregorese, diventeranno un centro integrato per l’autismo e contro la violenza sulle donne, con 595mila euro, dei quali 84mila di cofinanziamento da parte dell’amministrazione comunale. Si trova a Catania, invece, il supermercato che il boss gestiva: in via Anapo 16 ci sono 642 metri quadrati confiscati a Santapaola nel 1986 e trasferiti al Comune di Catania nel 1999. Il valore di mercato, ai tempi, era di mezzo miliardo di lire. Adesso, per rimettere in sesto locali in abbandono e riconvertire gli spazi arriveranno 885mila euro. Il titolo del progetto, per come immaginato dall’ex assessore Michele Cristaldi, era semplice: “Da supermercato della mafia a supermercato sociale“.
Tra i progetti ammessi al finanziamento, però, non ci sono solo quelli per gli immobili che furono del padrino catanese. A San Giorgio, in contrada Telegrafo vecchio, con 177mila euro un terreno diventerà un parco giochi. In una villetta di Vaccarizzo confiscata nel 1999 e occupata fino al 2017 nascerà un centro educativo per minori con colonia marina: serviranno oltre 282mila euro. Con 466mila euro, invece, un immobile in via Monte Sant’Agata diventerà l’ufficio destinato ai beni confiscati, aperto alle associazioni e ai cittadini.
Altro quartiere popolare, altra storia di mafia. Un’ex agenzia di onoranze funebri confiscata a Natale D’Emanuele, santapaoliano per diritto di sangue, in via Castello Ursino, diventerà un info-point e uno spazio culturale polifunzionale. I soldi in arrivo, per la botteguccia stretta le altre che ancora si occupano funerali, sono 160mila euro.
Di 211mila euro di fondi si tratta, invece, nella bottega confiscata a Orazio Buda, cugino del boss Orazio Privitera del clan Cappello, finito nei guai più di una volta. Prima nell’ambito dell’operazione Prato verde e poi nel blitz Sipario di marzo 2021. Di Buda si è parlato non solo perché gestiva il chiosco della villa Pacini, affidatogli dal Comune, ma anche perché – sempre a seguito di un appalto della passata amministrazione comunale – lavorava nella gestione delle spiagge libere comunali. Adesso, a Librino, in quello che è stato un suo centro scommesse con bar annesso, ci sarà un polo di aggregazione minorile.
Uscendo dalla città, vale la pena citare il progetto del Comune di Piedimonte Etneo: destinato all’accoglienza di donne e bambini, è stato valutato come uno dei dieci più meritevoli tra i 543 che sono stati presentati. Piedimonte otterrà un finanziamento da un milione e 725mila euro per diversi immobili sul territorio municipale.
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20 Dicembre 2022, 14:50