PALERMO – Le due votazioni cruciali per la maggioranza sono appena andate a segno, Renato Schifani lascia Sala d’Ercole assieme al padrone di casa Gaetano Galvagno e incrocia i cronisti al piano parlamentare: un sorriso e pollici all’insù. Poi entrambi di corsa in Torre Pisana per un breve saluto, con il governatore che farà rientro a Palazzo d’Orleans. Si chiude con questa immagine un passaggio delicato per il centrodestra, chiamato alla prova del nove dopo le tensioni dei giorni scorsi sulla nomina di Salvatore Iacolino al dipartimento Pianificazione strategica e di Alberto Firenze all’Asp di Palermo.
Ars, il centrodestra tiene a quota 37
L’aula era attesa da una doppia votazione nella quale la maggioranza aveva tutto da perdere: l’elezione di un componente della sezione di controllo della Corte dei conti per la Regione Siciliana e il parere sulla riforma calata da Roma che istituisce anche in Sicilia la figura del ‘deputato supplente’ per gli eletti chiamati a ruoli di governo. Due votazioni a scrutinio segreto nelle quali il centrodestra ha tenuto, seppur con qualche smottamento, raggiungendo in entrambi i casi quota 37.
L’analisi dei numeri di Sala d’Ercole
I 37 voti con i quali l’avvocato catanese Pietro Ivan Maravigna viene eletto con scrutinio segreto alla Corte dei conti, però, non sono del tutto speculari alle presenze della maggioranza. Il centrodestra può contare normalmente su 44 voti ma quattro deputati erano assenti al momento del voto: all’appello mancano quindi tre parlamentari. Un numero tutto sommato fisiologico, ma i tre deputati di Sud chiama Nord fanno sapere di avere votato per Maravigna: in questo modo i ‘tradimenti’ nel segreto dell’urna salirebbero a sei.

L’asse Schifani-Galvagno
A Palazzo d’Orleans si respira comunque un’aria di vittoria. “Soddisfazione per la tenuta della maggioranza”, commenta Schifani che alla fine esce con il sorriso da Palazzo dei Normanni. Il governatore porta a casa un obiettivo più grande delle due semplici votazioni: rinsaldare l’asse con Galvagno e tutta l’area di Fratelli d’Italia che fa riferimento al presidente dell’Ars per la manovra e, soprattutto, per i buoni rapporti da mantenere in chiave futura.
Il messaggio su cellulari dei deputati FI
Da quel campo, infatti, era arrivata l’indicazione di Maravigna. In mattinata un messaggio giunto sui cellulari dei deputati di Forza Italia, svelato da LiveSicilia, ha dettato la linea da seguire in aula: via libera all’ex amministratore delegato della Soaco, società ormai ‘inghiottita’ da Sac ma che un tempo gestiva l’aeroporto di Comiso. Una mossa che non sarebbe piaciuta all’ala occidentale dei meloniani, ancora idealmente sull’Aventino per le nomine di Iacolino e Firenze. Malumori rimasti nel chiuso delle stanze FdI, mentre l’aula andava avanti aprendo il capitolo manovra.
Manovra, la lettera di Galvagno
Il ddl Variazioni di bilancio è arrivato a Sala d’Ercole e sul testo è già caduta una pioggia di circa duemila emendamenti. C’è anche l’incognita di una pregiudiziale annunciata dal Movimento cinque stelle sulla base di una lettera inviata da Galvagno nel mese di luglio. Erano i giorni della manovra ter e la lettera fu recapitata ai presidenti di commissione e ai capigruppo. Nella missiva il presidente dell’Ars faceva riferimento alla necessità che ogni norma dovesse essere accompagnata da una relazione tecnica e illustrativa delle finalità, pena l’inammissibilità.

Varrica: “Il ddl non può andare avanti”
Una carta che il M5s tira fuori quando l’aula è mezza vuota e i deputati sono già con la mente alla prossima seduta. “Articoli ed emendamenti su misure specifiche non accompagnati da relazioni tecniche dei dirigenti dei dipartimenti e dalla Ragioneria generale vanno stralciati – osserva il deputato Adriano Varrica -. Non ci sono le premesse per potere portare avanti il disegno di legge”. La risposta al giallo arriverà questa mattina, alla ripresa dei lavori.

